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Rifiuti: Dda, mare Abruzzo inquinato da sversamenti in fiume

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Rifiuti: Dda, mare Abruzzo inquinato da sversamenti in fiume

Inchiesta nata da esposti anonimi per odori nauseabondi

L'AQUILA, 20 ottobre 2016, 14:34

Redazione ANSA

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Lo sversamento di liquami nel fiume Pescara da parte del Consorzio di bonifica Centro di Chieti è "una delle risposte, ahimè tristemente banali, sui motivi dell'inquinamento del mare abruzzese e del mancato rispetto dell'ambiente che ci circonda". Parole del sostituto procuratore antimafia dell'Aquila David Mancini, pronunciate nella conferenza stampa per illustrare i dettagli dell'inchiesta "Panta rei" della Direzione Distrettuale, svolta dai comandi provinciali della Forestale di Chieti e Pescara.
    Inchiesta nata, ha ricordato Antonietta Picardi, uno dei sostituti procuratori della Dda, a seguito di "esposti anonimi per gli odori nauseabondi che arrivavano da quell'impianto". Le indagini hanno appurato che nel fiume Pescara il Consorzio scaricava consapevolmente arsenico - impiegato nelle procedure di depurazione dei fanghi - in quantità superiore 12 volte ai limiti imposti dall'Autorizzazione integrata ambientale (Aia).
    "Di fronte all'arsenico messo nel fiume bisognava intervenire per la tutela dell'incolumità pubblica e dell'ambiente" ha aggiunto il sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia (Dna), Antonio Laudati, secondo il quale "questo è un tipo di reati per cui c'è bisogno di una particolare sensibilità delle strutture pubbliche: sono reati vaghi, senza facce di vittime, ma che colpiscono un numero indeterminato di persone. E così ci ritroviamo mare inquinato, persone avvelenate, pesci ammazzati e ambiente distrutto".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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