L'orso morto in Abruzzo
nella notte di martedì scorso sulla statale 17, dopo essere
stato investito nei pressi di Roccaraso (L'Aquila), era
claudicante a causa di una ferita da arma da fuoco risalente a
un paio di mesi fa e questo gli avrebbe impedito di sottrarsi
all'impatto con il veicolo, forse un mezzo pesante. E chi gli ha
sparato ferendolo voleva ucciderlo. E' in sintesi quanto spiega
un comunicato del Parco nazionale della Majella a commento degli
esami della perizia necroscopica eseguita sul plantigrado.
"Le prove diagnostiche effettuate indicano che si trattava di
un animale in gravi difficoltà - spiega il direttore del Parco,
Oremo Di Nino - che zoppicava, deambulava in modo non normale e
si era approvvigionato in modo non sufficiente rispetto alle
esigenze del periodo di iperfagia nel quale si trovava, e
rispetto all'imminente periodo invernale. Non è escluso che
questo problema, ormai cronicizzato, gli abbia impedito di
sottrarsi efficacemente all'impatto con l'automezzo".
L'esito dell'accurata necroscopia condotta sulla carcassa
dell'animale ha evidenziato che la causa di morte è attribuibile
a politrauma, frattura multipla vertebrale, trauma spinale,
emorragia acuta conseguente a incidente stradale. Tuttavia si è
pure rilevato che l'animale aveva una frattura scomposta causata
da proiettile di arma da fuoco su cui serviranno ulteriori
accertamenti specialistici. "Il focolaio così osservato -
prosegue la nota del Parco - è da attribuire a un evento
verificatosi presumibilmente non prima di due mesi fa".
L'orso è stato colpito da un proiettile all'arto anteriore
sinistro, "nel verosimile intento di colpire l'area cardiaca
sulla quale l'arto si proietta regolarmente nella postura
normale dell'orso".
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