''Ci sono alcune parole che
sintetizzano tutto ciò e lo rappresentano: Pace, Giustizia,
Liberta; tali parole la Resistenza ha nobilitato e reso
vincenti''. Lo ha detto il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi
per le celebrazioni del 25 aprile.
''Ma se ci limitiamo ormai a celebrare tali principi,
evocandone il mero significato universale, lasciandoli in un
alone di gloria e bellezza senza calarli nel concreto e
nell'attualità, ripetiamo soltanto un rito, senza generare nulla
di nuovo; senza applicare l'insegnamento alla concretezza e
all'assunzione di responsabilità che ci è pervenuto dalla
Resistenza - ha proseguito Brucchi - E invece questa è stata
proprio il trionfo del nuovo, la vittoria della capacità di
cambiamento grazie al coraggio; l'esito di battaglie e lotte
proiettate verso un orizzonte che i combattenti volevano sempre
più immediato e vedevano necessario per una vita migliore.
Una nuova Resistenza, ecco a cosa ci chiama la ricorrenza che
oggi celebriamo; una nuova Liberazione, per uomini, condizioni,
realtà individuali e collettive che corrono il pericolo della
sopraffazione e dell'abbandono.
Brucchi ha poi parlato delle nuove resistenze, ossia:
''Quali sono oggi le resistenze per cui combattere, quali
libertà vale la pena difendere strenuamente? È tutto davanti ai
nostri occhi, nello straordinario e drammatico coacervo di
tensioni internazionali, difficoltà nazionali, problemi locali,
malcontenti individuali; una miscela che fa della nostra epoca,
un periodo difficilissimo ma chissà forse anche bellissimo. E
perché sia tale, dipende dalla risposta che sapremo dare;
dipende dalla Resistenza che sapremo vivere, dipende dalla
Liberazione che conquisteremo - prosegue - La nuova Resistenza è
dell'istituto della Famiglia, contro il quale è in atto un
tentativo di svuotamento ad opera di una mentalità che in nome
di un edonismo e di una presunta libertà, si fa onnivora, e fa
scempio di valori sentimenti e radici. La nuova Resistenza è
delle donne che intendono difendere il diritto alla maternità,
alla procreazione assistita con concretezza e conforto, e dei
bambini che quella medesima mentalità vuole sempre più spesso
superflui, dannosi, ingombranti e perciò da eliminare prima che
nascano. La nuova Resistenza è dei popoli che fuggono dalla
guerra ma è anche dei popoli che hanno il dovere di aiutarli ed
accoglierli assieme al diritto ala sicurezza, alla salvaguardia
del benessere raggiunto, alla tutela di cultura, etica e credo.
La nuova Resistenza è di chi si impegna nel sociale con onestà,
con rispetto dell'altro, con disinteresse e con passione, sempre
più aggredito, invece, da chi traduce l'impegno civile o
politico in mero tornaconto. La nuova Resistenza è di chi
fronteggia l'angoscia della povertà o del disagio, con la fatica
quotidiana, con la dignità della tenacia, attaccato com'è
dall'iniquità di scelte, indirizzi, condizionamenti che calano
dall'alto. La nuova Resistenza è dei disabili, per i quali
esistono ottime leggi scritte che non sono applicate e pessime
consuetudini non scritte che vengono perpetrate. La nuova
Resistenza è dell'anzianità, considerata sempre più una malattia
e sempre meno una condizione o un diritto alla serenità''.
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