''Partecipare al presidio di Casa
Pound contro l'accoglienza di profughi vuol dire, checché ne
dica il sindaco Di Primio, condividere il loro pensiero
xenofobo. Ma la tentazione di cavalcare quest'onda di paura
alimentata ad arte anche a fini elettoralistici, è troppo grande
per Di Primio''. Lo afferma il candidato sindaco del centro
sinistra Luigi Febo intervenendo sull'iniziativa messa in atto
nella tarda mattinata dal primo cittadino di Chieti Umberto Di
Primio.
''Una semplice telefonata di richiesta di ipotetica
disponibilità da parte inoltrata dal Prefetto su comunicazione
del Ministero si è trasformata in un arrivo imminente. E’ lecito
domandarsi se sia stato lo stesso Di Primio ad organizzare il
tutto - aggiunge Febo. Come rappresentante delle Istituzioni il
Sindaco ha il dovere di partecipare ad altri tavoli di lavoro.
Non dietro lo striscione di Casa Pound. Rispetto
all’inadeguatezza della struttura Istituti riuniti San Giovanni
Battista, siamo tutti d'accordo ed già acclarato che non
ospiterà profughi''.
Ed interviene anche Casa Pound che con una ventina di
aderenti ha partecipato all'iniziativa. ''Riteniamo
profondamente sbagliata la decisione del Prefetto, compiuta
ignorando le autorità comunali ed il sentimento della
cittadinanza, di individuare il San Giovanni Battista come luogo
preposto all'accoglienza dei richiedenti asilo - afferma in una
nota Francesco Lapenna, responsabile Casa Pound per la città di
Chieti. Il San Giovanni Battista infatti, non possiede i mezzi
necessari per garantire un adeguato servizio di accoglienza.
Inoltre, la vicinanza della struttura ad un istituto elementare,
è motivo di forte apprensione per i genitori dei piccoli
studenti. Dopo la protesta di questa mattina - prosegue Lapenna
- abbiamo saputo che gli immigrati sono stati momentaneamente
allontanati dal centro storico della Città di Chieti per essere
ospitati in via temporanea in un'altra località. Auspichiamo ora
che il Prefetto, tenendo conto anche dell'opposizione delle
autorità e della cittadinanza, ritorni sulle sue decisioni,
nella speranza che anche le autorità nazionali, da cui il
Prefetto dipende e che pianificano l'accoglienza a livello
nazionale, preso atto della situazione disastrosa ed
insostenibile che si sta delineando in tutta Italia, ripensino
in maniera radicale l'intera politica migratoria''.
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