Il Tribunale dell'Aquila "dispone
che si proceda ad iniziare il trattamento nei confronti della
piccola Noemi a prescindere dalla sua posizione nella cosiddetta
lista di attesa". È uno dei passaggi chiave dell'ordinanza con
cui il Tribunale dell'Aquila riconferma l'urgenza che gli
Spedali civili di Brescia procedano alle cure attraverso
infusioni di cellule staminali dettate dal metodo stamina alla
piccola Noemi, la bimba di Guardiagrele (Chieti) affetta da
Sma1, Atrofia muscolare spinale.
Il collegio composto da Giovanni Novelli, Roberto Ferrari e
Giuseppe Grieco, rimuove la problematica della lista di attesa,
uno degli ostacoli addotti dagli Spedali civili di Brescia a
procedere con le cure, nel ricorso finalizzato alla richiesta di
chiarimenti, seguito alla ordinanza del 10 luglio scorso nella
quale si ordinava il trattamento a Noemi a partire dal 25 luglio
con l'indicazione della dottoressa Erica Molino come commissario
ad acta quindi responsabile di mettere in campo tutte le azioni,
anche le indicazioni dei medici, per arrivare alle infusioni.
I giudici, nel dare agli Spedali di Brescia chiarimenti sulle
modalità di attuazione delle cure a Noemi che attende dallo
scorso mese di dicembre il trattamento, allarga il raggio di
azione, oltre al ruolo di commissario ad acta le viene
attribuito anche quello di ausiliare del giudice, della
dottoressa Erica Molino, biologa dello staff Stamina, rigettando
la istanza di ricusazione dell'azienda sanitaria lombarda nei
confronti della stessa Molino ritenuta "vicina al metodi
stamina", ideato dal professor Davide Vannoni, della Stamina
Foundation, laureato in filosofia, indagato e sotto processo a
Torino.
"Il Tribunale dell'Aquila - si legge ancora nell'ordinanza -
ribadisce le modalità di esecuzione del trattamento devono
essere individuate dalla dottoressa Molino, nominata capo
dell'equipe incaricata di condurre il trattamento e quindi
spetta alla stessa la decisione, prettamente tecnica, in ordine
alle modalità delle infusioni (se per via endovenosa ed
intramuscolo ovvero per via intratecale), così come la decisione
in merito alla somministrazione delle cellule staminali già
presenti nella struttura sanitaria ovvero utilizzando cellule,
se dalla stessa ritenuto necessario, provenienti aliunde".
In questo senso, il tribunale ordina che alla Molino "deve
intendersi attribuito il potere di decidere in ordine a
qualsiasi altra problematica inerente il trattamento ,
specificando che a tal fine la stessa va considerata, oltre che
capo dell'equipe medica, anche, a tutti gli effetti, ausiliario
del giudice".
Nella ordinanza si rigetta ogni istanza degli Spedali e si dà
quindi ragione alla famiglia di Noemi, che dopo l'ordinanza a
sua favore finora disattesa, aveva presentato a sua volta una
istanza finalizzata alle precisazioni per essere presente
all'udienza di ieri e contrastare le motivazioni dell'azienda
sanitaria lombarda condannata anche alle spese di giudizio.
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