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Stamina: Tribunale, cure a prescindere da liste di attesa

Stamina

Stamina: Tribunale, cure a prescindere da liste di attesa

(V.: 'Stamina: Tribunale L'Aquila, via libera...' delle 12.31)

L'AQUILA, 14 agosto 2014, 15:35

Redazione ANSA

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Il Tribunale dell'Aquila "dispone che si proceda ad iniziare il trattamento nei confronti della piccola Noemi a prescindere dalla sua posizione nella cosiddetta lista di attesa". È uno dei passaggi chiave dell'ordinanza con cui il Tribunale dell'Aquila riconferma l'urgenza che gli Spedali civili di Brescia procedano alle cure attraverso infusioni di cellule staminali dettate dal metodo stamina alla piccola Noemi, la bimba di Guardiagrele (Chieti) affetta da Sma1, Atrofia muscolare spinale.
    Il collegio composto da Giovanni Novelli, Roberto Ferrari e Giuseppe Grieco, rimuove la problematica della lista di attesa, uno degli ostacoli addotti dagli Spedali civili di Brescia a procedere con le cure, nel ricorso finalizzato alla richiesta di chiarimenti, seguito alla ordinanza del 10 luglio scorso nella quale si ordinava il trattamento a Noemi a partire dal 25 luglio con l'indicazione della dottoressa Erica Molino come commissario ad acta quindi responsabile di mettere in campo tutte le azioni, anche le indicazioni dei medici, per arrivare alle infusioni.
    I giudici, nel dare agli Spedali di Brescia chiarimenti sulle modalità di attuazione delle cure a Noemi che attende dallo scorso mese di dicembre il trattamento, allarga il raggio di azione, oltre al ruolo di commissario ad acta le viene attribuito anche quello di ausiliare del giudice, della dottoressa Erica Molino, biologa dello staff Stamina, rigettando la istanza di ricusazione dell'azienda sanitaria lombarda nei confronti della stessa Molino ritenuta "vicina al metodi stamina", ideato dal professor Davide Vannoni, della Stamina Foundation, laureato in filosofia, indagato e sotto processo a Torino.
    "Il Tribunale dell'Aquila - si legge ancora nell'ordinanza - ribadisce le modalità di esecuzione del trattamento devono essere individuate dalla dottoressa Molino, nominata capo dell'equipe incaricata di condurre il trattamento e quindi spetta alla stessa la decisione, prettamente tecnica, in ordine alle modalità delle infusioni (se per via endovenosa ed intramuscolo ovvero per via intratecale), così come la decisione in merito alla somministrazione delle cellule staminali già presenti nella struttura sanitaria ovvero utilizzando cellule, se dalla stessa ritenuto necessario, provenienti aliunde".
    In questo senso, il tribunale ordina che alla Molino "deve intendersi attribuito il potere di decidere in ordine a qualsiasi altra problematica inerente il trattamento , specificando che a tal fine la stessa va considerata, oltre che capo dell'equipe medica, anche, a tutti gli effetti, ausiliario del giudice".
    Nella ordinanza si rigetta ogni istanza degli Spedali e si dà quindi ragione alla famiglia di Noemi, che dopo l'ordinanza a sua favore finora disattesa, aveva presentato a sua volta una istanza finalizzata alle precisazioni per essere presente all'udienza di ieri e contrastare le motivazioni dell'azienda sanitaria lombarda condannata anche alle spese di giudizio.
   

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