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Carta di Chivasso compie 80 anni, dibattito in Consiglio

Carta di Chivasso compie 80 anni, dibattito in Consiglio

Bertin, "testo che conserva tutta la sua attualità"

AOSTA, 20 dicembre 2023, 11:16

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Consiglio Valle ricorda la Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, firmata a Chivasso il 19 dicembre 1943 da Émile Chanoux e Ernest Page, in rappresentanza della Valle d'Aosta, Osvaldo Coïsson, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel e Mario Rollier, in rappresentanza delle valli valdesi.
    "La Carta di Chivasso, nella sua brevità e chiarezza espositiva, 80 anni fa, indicava la strada da percorrere - ha detto il Presidente dell'Assemblea valdostana, Alberto Bertin - per uscire dall'oppressione politica, dalla rovina economica, dalla distruzione della cultura locale causata dal regime fascista. I firmatari, uomini legati alla Resistenza, avevano individuato nel federalismo, nell'autonomia e nell'Europa la forma politico-istituzionale che meglio coniugava la salvaguardia dei diritti fondamentali con lo sviluppo sociale e economico delle comunità alpine, a rischio marginalizzazione. Un testo che conserva tutta la sua attualità, fautore ante litteram di uno sviluppo autenticamente sostenibile che guarda alle generazioni future e che dobbiamo fare nostro" "Ricordando la Carta di Chivasso e il diritto dei popoli alla autodeterminazione - ha evidenziato Diego Lucianaz (Rv) -, voglio ricordare il genocidio che è in atto in un'altra città, dove stiamo assistendo allo sterminio di un popolo in condizioni disumane con una testimonianza diretta di decine di giornalisti uccisi, centinaia di bambini con corpi straziati, medici impegnati a curare corpi martoriati, sterminati con i loro malati. Questo perché in questo Consiglio non ci si dimentichi mai che siamo cittadini del mondo e che questi fatti non dovrebbero mai accadere".
    Erik Lavy (Lega Vda) ha definito la Carta di Chivasso "una pietra miliare della storia delle valli alpine, concepita in una data in cui il futuro dell'Italia e dell'Europa non era ancora pienamente tracciato. Dei principi di questo documento resta ben poco e poco è stato attuato ad esempio per quanto riguarda la conservazione delle lingue locali. Anche sull'Europa europea Émile Chanoux, uno dei firmatari della Carta, preconizzava un regime federale di tipo svizzero e, invece, oggi, l'Ue è tutto fuorché questo. Riprendiamo in mano la Carta e facciamone un esempio da seguire, portando attenzione verso i piccoli popoli".
    Secondo Chiara Minelli (Pcp) "l'incontro di Chivasso non fu un'iniziativa estemporanea e la Dichiarazione fu il frutto di un lavoro di elaborazione che trovò un valido interlocutore in Valle d'Aosta proprio in Émile Chanoux, che ne diede un giudizio positivo. Se provassimo a guardare con gli occhi di Chanoux la realtà odierna, ci dovremmo chiedere: abbiamo utilizzato la nostra autonomia al meglio? Come vedrebbe Chanoux la gestione del nostro territorio, vedi Cervinia? E cosa direbbe dell'assenza, dopo 75 anni dall'autonomia, di una norma di attuazione sulle concessioni delle acque; del transito di tir fino a situazioni parossistiche o del progetto devastante del vallone Cime Bianche? Come si concilia la visione della partecipazione democratica di Chanoux in un Consiglio che nega la possibilità di fare un referendum consultivo? Abbiamo il dovere di fare una riflessione sullo stato dell'autonomia valdostana oggi e sulle scelte che si compiranno". 

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