Il Consiglio Valle ha approvato all'unanimità una mozione - riformulando un testo inizialmente presentato da Rassemblement Valdôtain - che impegna la Commissione competente e il Governo regionale a "lavorare per l'uso e la valorizzazione del francoprovenzale attraverso un esame accurato degli strumenti giuridici a disposizione per ottenere in tempi ragionevoli il riconoscimento della lingua con norma di attuazione in vista di una auspicata riforma costituzionale".
"La lingua francoprovenzale, storicamente, è stata utilizzata ufficialmente in registri cittadini addirittura prima di quella francese - ha detto Diego Lucianaz (Rv) - e nella nostra regione è ancora parlata correntemente. I nostri Comuni nei loro Statuti hanno previsto la possibilità di parlare il francoprovenzale, così come risulta che la Sardegna abbia inserito nella bozza del documento in materia di riforma delle autonomie. Alla Valle d'Aosta spetta il compito di promuovere in tempo breve il percorso che porti alla stesura di una norma di attuazione delle prerogative statutarie in tema di valorizzazione e promozione della millenaria lingua valdostana".
L'Assessore agli affari europei, Luciano Caveri, ha osservato che "la possibilità per i Comuni di inserire il francoprovenzale nei loro Statuti deriva dalla legge 142/1990, la quale consentì alla Valle d'Aosta di fare un passo in avanti valorizzando sia l'autonomia statutaria dei nostri comuni sia la nostra particolarità linguistica". "L'articolo 6 della Costituzione che tutela le minoranze linguistiche - ha aggiunto - è stato inserito in ultimo nella discussione della Carta costituzionale e per molti anni è rimasto inadempiente, fino all'approvazione della legge 482 del 1999 sulle minoranze linguistiche storiche: in Valle d'Aosta, questa norma è stata ampiamente e concretamente applicata, cito ad esempio l'attivazione dei 'guichets linguistiques'. Vi sono poi altre norme nazionali sulle minoranze linguistiche, ma sono difficilmente applicabili senza una norma di attuazione del nostro Statuto speciale. La mozione affronta in maniera seria l'argomento e ci obbliga ad immaginare delle norme di attuazione, che sono già state sottoposte alla Commissione paritetica: il percorso tracciato è lungo, a fronte anche di una totale insensibilità da parte dello Stato rispetto a questa tematica. Oggi, ci sono tutti gli elementi per votare questa mozione, a tutela del particolarismo linguistico della Valle d'Aosta".
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