"C'è stata la scelta di definanziare con i fondi del Pnrr e del Pnc tutta una serie di opere che riguardavano voi, cioè gli enti locali. Quindi nel caso della Valle d'Aosta noi contavamo su circa 1.100 progetti, oggi 397 progetti escono dal Pnrr. E quindi verranno finanziati dallo Stato con altre risorse, naturalmente noi siamo pienamente a conoscenza che una parte di questi 397 addirittura sono già conclusi e sono già finanziati". Così l'assessore regionale al Pnrr, Luciano Caveri, illustrando all'assemblea del Consiglio permanente degli enti locali le nuove disposizioni previste dal Decreto legge 2 marzo 2024, numero 19, a cui dovranno provvedere tutti i soggetti attuatori degli interventi a valere sul Pnrr e sul Pnc. I 397 progetti definanziati "sono quelli riferiti alle piccole e medie opere", ha spiegato Nadia Petterle, coordinatrice del dipartimento Politiche strutturali e affari europei.
"Assieme al deputato Manes, in accordo in particolare - ha aggiunto Caveri - con i colleghi sudtirolesi, abbiamo presentato un emendamento, che vedremo se verrà accolto in fase di conversione, in cui si chiarisce che quei progetti che siano definanziati, sia per quanto riguarda i comuni, o eventualmente per quel che riguarda la regione, vengano comunque finanziati per le regioni a Statuto speciale. Abbiamo proposto un emendamento per noi e Trento e Bolzano, per la semplice ragione che molto spesso i fondi di settore con cui finanzieranno questi progetti definanziati sono fondi a cui noi in genere non possiamo accedere sulla base del riparto fiscale. Quindi ci auguriamo che questo emendamento presentato con i parlamentari della Svp possa vedere la luce positivamente".
Micheletto (Cpel): "L'ennesima spada di Damocle sulla testa sindaci"
Le novità a livello statale sulla gestione dei fondi del Pnrr e del Pnc allarmano i sindaci valdostani. “Quello che personalmente mi preoccupa molto - ha detto Alex Micheletto, presidente del Cpel, durante la riunione dei rappresentanti degli enti locali - sono le sanzioni delle restituzioni dei finanziamenti. Perché chiaramente se tutto ciò fosse preventivo uno perderebbe il finanziamento, non farebbe l’opera, ne risponderebbe politicamente in tutte le sedi del mondo. Ma nel momento in cui l’opera è stata fatta, i soldi sono stati spesi, chiedere la restituzione...allora, sulle piccole opere da 50 mila euro, premesso che credo le abbiamo fatte tutti, non ci sono grossi problemi, non cambia molto. E’ chiaro che quando parliamo di progetti un po’ più importanti, il rischio di restituire il finanziamento è un’ulteriore ed ennesima spada di Damocle sulla testa degli amministratori e dei nostri funzionari. Detto questo, ripeto quello che ho già detto più di una volta, è un’opportunità che non possiamo perdere perché si tratta di risorse importantissime anche per i nostri territori”.
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