"Non condivido le esagerazioni con le quali si attacca il settore degli impianti a fune che, con il solo 0,4 % di superficie regionale occupata in larga parte a quote superiori ai 2.000 metri di altitudine, produce più di 100 milioni di fatturato e crea lavoro e indotto per migliaia di persone. Il settore è un patrimonio da salvaguardare e da fare crescere con nuovi investimenti, per mantenerlo altamente competitivo nel mercato globale, ponendo allo stesso tempo attenzione agli interventi nelle piccole stazioni e ai riflessi che questi possono avere nelle località dove sono presenti". E' quanto dichiara l'assessore regionale Luigi Bertschy dopo le polemiche innescate dalle parole di Hervé Ho ascoltato con attenzione le parole dell'alpinista-scrittore Hervé Barmasse sul futuro della montagna.
"Ho ascoltato con attenzione le parole di Hervé Barmasse - prosegue - e abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola. A differenza di altri, lui esprime la sua opinione ma apre al confronto senza lanciare accuse e minacciare denunce, su temi sicuramente divisivi come quello del Vallone delle Cime Bianche o sul futuro dello sci e in particolare dello sci in quota".
Secondo Bertschy, "prima di depotenziare e smantellare un settore così importante per dare occupazione e lavoro in montagna si deve aprire un concreto confronto per dare un futuro ai tanti luoghi della nostra regione sempre meno abitati e a forte rischio abbandono, con l'obiettivo di ritornare ad abitare tutto il territorio: oggi infatti più di 92 mila valdostani abitano nella vallata centrale e, anche in relazione all'invecchiamento della popolazione, in prospettiva corriamo un rischio concreto di desertificazione del territorio della media e alta montagna".
"Spero dunque di vedere, nei prossimi anni, la stessa determinazione e la stessa energia delle persone che oggi ritengono fondamentale contrastare alcuni progetti - conclude - nel mettere in campo idee e progetti utili a creare crescita e sviluppo per quelle località e quel valloni, altrettanto belli e selvaggi, presenti in Valle d'Aosta".
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