Durante un'interpellanza di Chiara Minelli in Consiglio regionale sulla violenza di genere "i goliardici consiglieri si passavano di mano in mano, sghignazzando a favore di camera, il telefono con le foto degli insulti sessisti che hanno decorato recentemente le auto di alcuni coscritti e che la consigliera, a fronte di una segnalazione, chiedeva di stigmatizzare per poi proporre un monitoraggio dei segnali di aggressione verbale e culturale contro le donne".
E' la denuncia di "Non una di meno Valle d'Aosta" che aggiunge: "Cultura dello stupro e diffusione dell'immagine femminile in accostamento alla sottomissione sessuale non ci sembrano fare parte della festa o del divertimento, ma una degenerazione dei rapporti fra i generi molto pericolosa, soprattutto nelle generazioni più giovani, e troppo spesso addirittura istigata dal compiacimento di adulti 'maturi'".
"La denuncia o, meglio, la semplice e doverosa richiesta di mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni in merito alla violenza di genere nelle sue più ampie espressioni - prosegue - riesce ogni volta a scatenare le reazioni più machiste e misogine, insieme al completo e consapevole travisamento delle intenzioni e dei contenuti espressi da chi pretende la fine di comportamenti, gesti e linguaggi che celebrano l'aggressione sessuale travestendo la riduzione a oggetto di predazione della donna con una pretesa quanto incomprensibile goliardia". Infine "l'insulto, le molestie e gli appellativi degradanti non sono un problema di decoro, non sono divertenti, non sono 'tradechon'. Fanno semplicemente schifo, sono un distillato di violenza patriarcale".
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