"Le discussioni che si fanno sono sempre le stesse: perché noi dobbiamo riprenderci gente che se ne è andata, che ci ha insultato, che ci ha trattato male? Noi che abbiamo mantenuto la nostra fede politica, che abbiamo mantenuto vivo il nostro movimento, abbiamo pagato la 'cotisation' ogni anno, per quale motivo dobbiamo riprenderci queste persone? Questa è la domanda che tutti noi ci facciamo. Io credo che lo dobbiamo fare perché quello che abbiamo visto sino ad oggi, non è bello". Così il deputato Franco Manes al congresso dell'Union valdôtaine a Pont-Saint-Martin, in un intervento che ha raccolto un lungo applauso dei delegati.
"Sono convinto - ha detto - che l'Uv rimane l'unico baluardo a difendere le nostre prerogative. Un movimento di raccolta, come il nostro è la migliore risposta a una società che si divide sempre di più" e "solo la grande, unica Uv potrà contrapporsi al potere centrale dello Stato. Perché diciamocelo fuori dai denti: della nostra Valle d'Aosta a Roma non frega niente a nessuno. Però con Roma dobbiamo dialogare, interfacciarci, cercare di creare rapporti". Ma "deve essere anche chiaro che francamente, dopo un anno di lavoro a Roma, vi garantisco che sarebbe opportuno che davanti a Montecitorio ci fosse inciso 'Ni droite ni gauche', è un'assoluta verità".
Richiamando il mondo della politica all'umiltà, Manes è partito da sé stesso, spiegando che "non avrebbe potuto permettersi di essere scelto come candidato alle politiche" del 2022, ma che sarebbe rimasto sindaco, se non ci fossa stata la pandemia, con le sue conseguenze sul territorio. Ma anche se "non ci fossero state certe inchieste, da parte di diverse procure, penali e contabili, inchieste che in alcuni casi si sono rilevate in gran parte senza fondamento per le persone e gli amici coinvolti, inchieste e fatti che hanno rovinato la vita personale, amministrativa e soprattutto politica di una parte di classe politica e dirigenziale".
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