"La situazione giuridica è chiara:
ci sono una serie di discipline che non consentono la creazione
di una classe speciale" per alunni non di madrelingua tedesca.
Lo ha detto l'assessore provinciale all'istruzione in lingua
tedesca, Philipp Achammer, rispondendo ad un'interrogazione su
temi d'attualità di Thomas Widmann (Für Südtirol mit Widmann). A
settembre il progetto della scuola elementare Goethe, poi
stoppato dalla Provincia, aveva suscitato polemiche.
Nell'interrogazione si criticava, tra l'altro, il
provvedimento disciplinare rivolto alla direttrice che, secondo
Widmann, "aveva proposto una soluzione sensata". "Il
provvedimento disciplinare - ha spiegato Achammer - non riguarda
la formazione della classe, ma la violazione delle discipline
vigenti, tenendo conto che la direttrice era già stata avvisata
in primavera".
All'aumento degli alunni di madrelingua non tedesca nelle
scuole tedesche era dedicata anche un'interrogazione di Bernhard
Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) che ha chiesto quale sia la
posizione della giunta provinciale sulla proposta di rendere
obbligatoria, a scuola, la lingua tedesca durante la pausa "per
una migliore integrazione dei bambini stranieri". Achammer ha
evidenziato la difficoltà di imporre un obbligo ("Forse con un
bastone?"), ritenendo che "il tempo della pausa sia fatto per
svagarsi". "Il tema è stato discusso anche in Austria - ha
aggiunto l'assessore - e l'obbligo di parlare tedesco è stato
indicato come anticostituzionale. Sfide simili ci sono in altre
regioni, ma non si intende introdurre un obbligo".
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