Due denunce per impiego di
manodopera in nero nei confronti di madre e figlio di origini
indiane. La madre era titolare di un'impresa edile a Madonna di
Campiglio, ma di fatto chi la gestiva era il figlio, non avendo
la donna le competenze professionali per svolgere tale attività.
Le denunce sono scattate nell'ambito di controlli portati
avanti dai carabinieri di Madonna di Campiglio, che hanno
verificato le attività di tre cantieri. Due sono risultati in
regola, mentre per un terzo, in cui si stavano svolgendo dei
lavori di costruzione di un parcheggio pubblico, sono state
riscontrate delle irregolarità. In particolare sono stati
individuati ed identificati tre lavoratori di origine indiana
che stavano operando nel cantiere e che, non essendo in possesso
dei documenti di identità, sono stati accompagnati presso il
comando della compagnia di Riva del Garda, dove sono stati
sottoposti a procedure di identificazione tramite
fotosegnalamento con riscontro al casellario centrale identità.
Soltanto uno di essi era in regola. Uno degli altri due è
risultato irregolare sul territorio nazionale nonostante fosse
regolarmente assunto perché aveva presentato domanda per il
permesso di soggiorno per lo svolgimento esclusivamente di
lavori stagionali in ambito agricolo e turistico, la quale non
gli consentiva di lavorare nel settore edilizio. Il terzo,
sebbene in possesso di regolare permesso di soggiorno, lavorava
in nero nell'azienda.
Il Servizio lavoro della Provincia di Trento - informa l'Arma
- ha sospeso l'attività imprenditoriale della società, che non
potrà riprendere il lavoro nel cantiere fino a quando non avrà
regolarizzato la posizione dei propri dipendenti e pagato le
relative sanzioni.
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