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Casa circondariale di Trento, 'c'è carenza di infermieri'

Casa circondariale di Trento, 'c'è carenza di infermieri'

Visita dei consiglieri Demagri e Valduga con avvocato Valcanover

TRENTO, 05 settembre 2024, 10:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I consiglieri provinciali Paola Demagri e Francesco Valduga, insieme all'avvocato Fabio Valcanover, collaboratore del progetto "Provveditore regionale" e rappresentante dell'associazione "Nessuno tocchi Caino", sono stati accolti dalla direttrice della casa circondariale di Trento Annarita Nuzzaci e dal comandante della Polizia penitenziara Ilaria Lomartire per una visita programmata alla casa circondariale di Trento, che fa seguito a quella già avvenuta nel mese di agosto.
    "Vi sono 17 detenuti in stato di semilibertà che vivono una situazione particolare con la possibilità di uscire di giorno e di rientrare la sera, oppure di lavorare la sera, come nei panifici e poi rientrare", spiega Valcanover in una nota, riportando i numeri della visita. "Per quanto riguarda il personale sanitario - aggiunge - i dati dicono che c'è carenza di infermieri. Purtroppo si considera il lavoro all'interno del carcere particolarmente complesso se non addirittura pericoloso.
    Per quanto riguarda la situazione interna abbiamo verificato che circa il 60-70% dei 380 detenuti prendono psicofarmaci, dovuti a patologie specifiche e alla situazione psicologica che vivono.
    All'interno di questo numero vi sono patologie psichiatriche che vengono considerate allarmanti per circa 40 persone. Vi sono alcune persone che presentano dei problemi sanitari, circa una ventina in tutto, con HIV, con Epatite C o B, e due in cura per altre patologie. Non ci sono casi di scabbia né di tubercolosi, patologie che si sono presentate in passato. Vi è una grande presenza di tossicodipendenti o dipendenti da varie sostanze e circa 100 persone che prendono cure con terapie sostitutive. C'è un problema di persone che hanno patologie psichiatriche gravi, il problema è che non dovrebbero stare lì, e allora il problema è quello dell'assenza di sufficienti posti nella Rems di Pergine Valsugana, che è l'unica in Regione ed è troppo piccola"

   "Abbiamo potuto approfondire il dettaglio delle varie patologie e capire come vi sia stata una evoluzione sia nel sostegno psicologico per i detenuti ma anche per il personale, nel monitoraggio e nei percorsi di prescrizione degli psicofarmaci". Lo spiega il consigliere provinciale Francesco Valduga (Campobase), il quale aggiunge che "abbiamo potuto vedere come anche fisicamente vi siano spazi adeguati, che fanno intravvedere ai detenuti la prospettiva di libertà, a conferma della lungimiranza con cui la casa circondariale era stata progettata".
    "Abbiamo capito la necessità di lavorare sulle risorse umane del personale infermieristico e sulla possibilità di incrociare la possibilità delle visite specialistiche fuori dal carcere con le esigenze del personale del carcere stesso", aggiunge Valduga.
    La consigliera provinciale di Casa autonomia.eu Paola Demagri aggiunge: "Le visite ispettive alla casa circondariale ci permettono di tenere monitorata la situazione e prendere atto come accaduto questa mattina che la progettualità del personale sanitario non è rimasta sulla carta. In particolare si fa riferimento all'importante impegno che il personale della struttura sanitaria ha messo in atto per la gestione delle terapie con psicofarmaci: uso ma non abuso di psicofarmaci!".
   
   

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