Negli ultimi anni l'inflazione è
aumentata in provincia di Trento del 15,6% provocando una
diminuzione del potere di acquisto complessivo delle famiglie,
escludendo le fasce più ricche, di 124 milioni di euro.
Paragonando i redditi del 2020 e del 2023 risulta che una
famiglia media ha subito un abbassamento di reddito di circa
2000 euro con punte di 3000 euro per le famiglie più agiate
(bireddito senza carichi di spesa), che evidentemente non
risentono più di tanto degli aumenti, mentre la situazione si fa
oggettivamente più difficile per le famiglie monoreddito con
carichi di spesa che nello stesso periodo si sono viste
diminuire le loro entrate di circa 1000 euro. Una famiglia media
ha perso complessivamente sei carrelli della spesa ogni anno con
punte fino a sette carrelli per i divorziati o separati e i
single o coppie di fatto con carichi famigliari.
Sono alcuni, significativi dati contenuti nell'indagine
realizzata da CAF ACLI Trentino in collaborazione con l'IREF
(Istituto di Ricerche Educative e Formative) grazie ai dati
dell'Osservatorio Nazionale sui Redditi delle Famiglie promosso
dalle ACLI. Sulla base dell'analisi in forma anonima dei
modelli 730 presentati agli sportelli dei CAF ACLI, si è
realizzato un panel statistico che interessa oltre 600.0000
contribuenti che in tutta Italia si sono rivolti
continuativamente presso i servizi aclisti negli anni 2019,
2020, 2021 e 2022. Di questi contribuenti, 38.000 risiedono in
provincia di Trento e sulla base dei dati anonimi acquisiti
dalle dichiarazioni dei redditi è stato possibile desumere utili
indicazioni riferite all'andamento dell'inflazione, all'aumento
del costo della vita, delle spese per i mutui e la sanità. In
provincia di Trento i redditi mediani (che rappresentano il
livello di benessere dell'individuo medio o della famiglia
media) delle aree urbane si assestano sui 26.000 euro mentre
quelli delle aree interne sui 24.100 con una differenza marcata
di 2800 euro circa.
Aumentano le diseguaglianze: la flessione reddituale ha
colpito il 77,8% delle famiglie evidenziando una forbice sempre
più ampia fra una piccola percentuale di ricchi e una
moltitudine di famiglie sempre più esposte al caro vita.
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