Interrompere le catene produttive
innescate dalla globalizzazione "significa interrompere i flussi
di produzione da una parte all'altra del mondo, più bassa
crescita ed inflazione". Lo ha detto l'ex ministro dell'economia
Giovanni Tria, intervenuto al Festival dell'economia di Trento
organizzato dal Gruppo 24 ore e da Trentino marketing per conto
della Provincia di Trento.
"La globalizzazione - ha aggiunto Tria - ci ha dato tre
decenni di crescita globale senza inflazione. Ci sono stati
grandi investimenti occidentali, molti dei quali americani, in
Cina, che ha messo la sua forza lavoro, entrata nel mercato
globale". Il fatto che "all'interno dei vari Paesi c'è stato chi
è stato avvantaggiato e chi ha perso", secondo l'ex ministro
dell'economia, "non è colpa della globalizzazione, è colpa dei
vari governi". "Se c'è un guadagno complessivo, sono le
politiche dei vari Paesi che devono attuare la redistribuzione
interna", ha aggiunto Tria.
Dopo tre decenni, nel mondo attuale "i pesi globali sono
completamente cambiati". Ma non è una novità. "All'inizio
dell'Ottocento - ha spiegato Tria - il 70% del prodotto interno
lordo mondiale era prodotto in quello che chiamiamo il sud
globale. All'inizio e alla metà del Novecento il 70% del
prodotto interno lordo globale era prodotto nel nord globale,
nell'Occidente". Oggi quindi, ha aggiunto l'ex ministro
dell'economia, "il nostro compito è come governare in modo
pacifico questo nuovo spostamento di pesi economici che è
inarrestabile, per motivi essenzialmente anche demografici".
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