"Dobbiamo sostenere l'informazione
creativa e originale e tutelarla dai rischi dell'innovazione ma
senza sovra regolare. Anche l'Italia partecipa al tavolo per
l'IA Act e allo stesso tempo, è intervenuta con il ddl approvato
ad aprile e assegnato nei giorni scorsi ad iter parlamentare. Il
ddl tutela il copyright, prevede una identificazione chiara se
il prodotto è realizzato con IA e applica una aggravante per il
deepfake. Ci sono tanti cittadini italiani che non sanno
distinguere un contenuto artificiale da uno non artificiale. Ci
sono cittadini che pensano addirittura che l'informazione non
firmata sia più indipendente". Lo ha detto io sottosegretario
all'informazione e all'editoria Alberto Barachini, partecipando
al panel "Come l'informazione e l'editoria fanno i conti con
l'Intelligenza artificiale", nell'ambito del Festival
dell'economia di Trento.
"Il tema dell'intelligenza artificiale coinvolge non solo
informazione ed editoria ma anche altre intermediazioni, infatti
ci sono preoccupazioni nel mondo degli architetti, dei medici e
degli ingegneri", ha aggiunto Barachini. "Noi non stiamo
cercando di rallentare l'editoria ma va salvaguardato il
sistema. IA sarà il futuro professionale ma non dobbiamo
scordare da dove veniamo. L'avvento del web ha cambiato la
percezione dei cittadini e l'intelligenza artificiale potrebbe
avere un impatto simile", ha detto Barachini, che ha anche
parlato di "dumping" tra Europa e resto del mondo. Usa, Cina e
Gran Bretagna sono infatti i Paesi che hanno investito di più in
IA, mentre il vecchio continente è rimasto molto indietro.
Al panel ha partecipato anche l'ad del Gruppo 24 Ore, Mirja
Cartia d'Asero, che ha parlato di un "rischio di violazione di
copyright" ma soprattutto della capacità dell'IA di "influenzare
il momento elettorale ed uccidere la democrazia. Uno dei rischi
più importanti a livello globale". Ha anche sottolineato come
"l'approccio umano centrico per me è fondamentale" e di come sia
"scorretto arrivare a contenuti IA al 100%". L'amministratrice
ha ricordato che già adesso "il 40% degli editori viaggia su
motori di ricerca e si andrà sempre più in questa direzione" e
ha evidenziato come l'informazione sia "uno strumento di
presidio della democrazia e deve continuare ad esserlo".
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