"Essere infermieri significa
dedicarsi a una professione nobile e preziosa, ma anche
complessa, che richiede compassione, dedizione e competenze
sempre più elevate. Ogni giorno, ci troviamo ad affrontare sfide
e responsabilità immense, prendendoci cura di persone fragili e
vulnerabili in momenti delicati della loro vita, ma stiamo
assistendo, di fatto, a un sistema che sta perdendo attrattività
per la nostra professione". Così - informa una nota - il
presidente dell'Ordine degli infermieri del Trentino, Daniel
Pedrotti, in occasione della Giornata internazionale
dell'infermiere. Secondo quanto emerso, sul territorio mancano
in tutto circa 253 infermieri a livello strutturale e tra i 180
e i duecento infermieri di famiglia e comunità.
A quanto riferito da Padrotti, la professione in Trentino
sconta "condizioni di lavoro spesso difficili, ma anche una
diminuzione dell'interesse dei giovani verso la professione" e
la migrazione "verso il privato e in altri Paesi europei e
nordamericani". "Abbiamo bisogno di richiamare la politica e le
istituzioni sul tema della carenza infermieristica: senza
infermieri non c'è futuro, senza infermieri non c'è salute, non
c'è assistenza per una popolazione sempre più anziana, fragile e
sola", ha precisato il presidente, chiedendo una valorizzazione
della professione nei percorsi formativi e nella carriera, un
rinnovo dei modelli assistenziali e un coinvolgimento
dell'Ordine nei processi decisionali.
In Trentino gli iscritti all'albo sono 4.498 (all'83% donne),
con un saldo tra iscrizioni e cancellazioni nel 2023 positivo di
65 unità. Gli infermieri sono 4.456, mentre gli infermieri
pediatrici sono 42. Del totale, 592 sono i professionisti che
hanno tra 56 e 60 anni, 755 nella fascia 51-55 e 656 tra i 46 e
i 50 anni. La provincia di Trento si attesta a 7,8 infermieri
ogni mille abitanti, meglio del valore italiano (6,2) ma ancora
inferiore a quello medio Ocse (9,2).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA