Il primo a far conoscere l'Alto
Adige sportivo al resto d'Italia era stato Gustav Thöni e, da
allora, di sudtirolesi che hanno conquistato podi internazionali
ce ne sono stati tanti: sciatori, soprattutto, campioni di
slittino o di Biathlon. Poi, grazie, a Sinner gli italiani hanno
capito che lassù non c'è solo la neve e che, anche dove fa
sempre freddo, può nascere un campione della racchetta. O delle
arti marziali, perché, nei giorni scorsi, la provincia di
Bolzano ha fatto parlare nuovamente di sé per il campionato
nazionale di Yoseikan Budo, andato in scena a Roma, dove una
sessantina di atleti provenienti da undici dojo altoatesini ha
dominato le classifiche, lasciando poco spazio al resto dello
Stivale e portando a casa 24 ori, 26 argenti e 11 bronzi.
Gli spalti erano affollati di tifosi, soprattutto laziali,
ma durante le premiazioni le urla di giubilo erano poche, perché
i nomi dei dojo più ricorrenti erano quelli di Merano,
Villabassa, Bressanone o Brunico. Un fatto curioso per gli
spettatori, ma non per gli atleti del resto d'Italia: loro ci
sono abituati, visto che la Nazionale è composta in maggioranza
da atleti altoatesini.
Non è chiaro il motivo del successo all'estremo nord di
questo sport in cui si combina Judo, Aikido, Kick boxing e Kendo
senza esclusione di colpi, ma con una rigida disciplina di
rispetto per l'avversario. Forse perché la prima sede della
Federazione, nel 1978, era a Merano, ma è più probabile che sia
perché da allora i sensei sono entrati nelle scuole con progetti
di educazione fisica, di difesa personale e per la prevenzione
del bullismo.
Una curiosità: se nelle varie categorie di età e di peso c'è
stato dell'equilibrio, nella distribuzione dei podi, nell'under
10 maschile - categoria più "giovane" - l'Alto Adige ha dominato
prepotentemente le quattro categorie di peso, con quattro ori:
Arthur Masiello (Bressanone), Alex Geier, Karl Schmelzer e Peter
Haller (Merano) sono saliti sul gradino più alto.
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