Ricorre oggi il venticinquesimo
anniversario della valanga killer di Galtür, in Austria. Il 23
febbraio 1999 una enorme slavina colpì il centro turistico
tirolese, uccidendo 31 persone. Il giorno dopo, il 24 febbraio,
un'altra slavina costò la vita ad altre sette persone nella
vicina Valzur. A Galtuer sette case furono spazzate via dalle
masse nevose, 50 persone rimasero intrappolate nelle loro
abitazioni. La prima notte gli abitanti e i turisti rimasero
abbandonati a loro stessi, perché a causa della forte nevicata
il paesino non era raggiungibile ne' via terra ne' in
elicottero.
L'attuale governatore tirolese Anton Mattle all'epoca era
sindaco del centro sciistico, confessa alla Tiroler Tageszeitung
che "le drammatiche immagini sono indelebili" nella sua memoria.
Il paesino comunque è riuscito a superare il trauma, aggiunge.
In questi 25 anni sono stati investiti 25 milioni di euro in
strutture antivalanga. E' stato realizzato un grande vallo.
"E' stata sia professionalmente che umanamente una vicenda
terribile", ricorda Toni Visentini, che raggiunse Galtür poche
ore dopo la valanga in veste di inviato dell'ANSA. "Si percepiva
nell'aria il dolore e la paura. Quasi l'incredulità per quanto
era avvenuto e che sembrava impossibile potesse accadere",
racconta. "Arrivare sul posto - ricorda ancora - fu un'impresa
perché ovviamente avevano assoluta priorità i mezzi di soccorso
e le strade era un disastro. Ci fu un grande spiegamento di
elicotteri che arrivarono anche in gran numero dalla Germania,
dalle basi militari americane di stanza in quel paese". "E' un
esperienza che non si può dimenticare", conclude Visentini.
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