di Giuseppe Marzano
Arriva tutti i giorni alle 5.30,
in sella alla sua bicicletta. Alza la saracinesca della sua
edicola e, fino alle 20 della sera, serve i clienti che
acquistano quotidiani, riviste, gratta e vinci, ricariche per
cellulari. Questa è la vita di Giovanni Valenti che, dal suo
angolo di Piazza Matteotti, da 36 anni, ha visto cambiare non
solo le abitudini dei clienti, ma anche quel pezzo di città che
è il cuore del quartiere Europa-Novacella di Bolzano.
Con solo una breve pausa per il pranzo, racconta lui stesso,
"passo qui 14 ore al giorno, tutti i giorni, escludendo i cinque
giorni in cui non ci sono i giornali. Siccome sono solo, alzo la
serranda alle 5 e mezza tutti i giorni dell'anno, senza riposo e
non conosco né sabato né domenica".
"Nell'arco di 36 anni il mio lavoro è calato e molto cambiato
- prosegue l'edicolante - Un tempo era tutto cartaceo e tutto
manuale. Da una parte, l'informatizzazione ci ha dato una bella
mano, aiutandoci ad essere più veloci, ma dall'altra, ci ha
penalizzato, perché tante persone ormai leggono i quotidiani e
le riviste con gli abbonamenti online e noi ne abbiamo risentito
moltissimo". La carta stampata non basta più a mantenere
l'attività dell'edicola. "Cerchiamo di integrare le entrate, con
i giochi, con le ricariche dei cellulari, con i pagamenti dei
bollettini, i 'gratta e vinci' - racconta ancora Valenti - Così
si riesce a tirare avanti ancora discretamente".
Se la sveglia alle 5 meno un quarto è "l'aspetto negativo"
del suo lavoro, l'edicolante di Piazza Matteotti sa apprezzare
ciò che gli offre quel particolarissimo punto d'osservazione che
è la sua edicola. "Il bello del mio lavoro è conoscere
tantissima gente, tanta bella gente, di tutti i ceti, e poi
avere una finestra privilegiata sul mondo, su quello che
succede, sui comportamenti delle persone - spiega Valenti - La
gente forse non lo sa, ma noi edicolanti diventiamo dei veri e
propri confidenti, perché ci vengono a raccontare le cose più
personali, magari impensabili, eppure ascoltiamo e non
commentiamo". Un esempio: "Per esempio, mi raccontano di tresche
d'amore tra settantenni e ottantenni. Mi raccontano tutto e, a
volte, mi sento anche un po' in imbarazzo".
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