Un centro massaggi di Trento celava
una casa di appuntamenti, con massaggiatrici costrette a
prostituirsi. È quanto scoperto dagli agenti della squadra
mobile di Trento, che hanno sequestrato un immobile nei pressi
dell'ospedale Santa Chiara, in esecuzione di un decreto disposto
dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Rovereto.
L'indagine - informa la Questura - è partita dalla denuncia
di una cittadina extracomunitaria, che ha raccontato di essere
stata assunta da una connazionale come massaggiatrice nei pressi
del lago di Garda, ma che poi è stata costretta dalla donna a
prostituirsi, come altre sue connazionali.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, la donna ritenuta
responsabile dello sfruttamento era aiutata da un uomo, che
svolgeva le funzioni di "factotum". Il proprietario
dell'immobile, poi, è ritenuto a conoscenza dell'attività svolta
al suo interno.
L'attività non è cessata nemmeno a seguito delle
perquisizioni svolte dalla squadra mobile su delega
dell'autorità giudiziaria, che hanno consentito di rinvenire di
14.625 euro in contanti. La successiva analisi degli strumenti
elettronici sequestrati ha permesso di confermare il quadro
emerso.
La donna e i due uomini sono stati denuciati per sfruttamento
della prostituzione in concorso.
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