"La Fase 2 parta dal sostegno a
famiglie e lavoratori nella crisi". Lo affermano in una nota
congiunta Cgil, Cisl e Uil del Trentino, secondo i quali occorre
"ripartire gradualmente e in sicurezza, ma serve un piano di
interventi per il lavoro di almeno 120 milioni di euro". I
sindacati si dicono poi "pronti ad un patto con istituzioni
provinciali e imprese per la crescita sostenibile e responsabile
del Trentino".
"Per far ripartire il Trentino e contrastare lo shock
economico provocato dall'emergenza coronavirus che potrebbe
produrre, secondo le stime, un taglio del 10 per cento del Pil
provinciale", i sindacati chiedono di "aumentare il sostegno
economico alle famiglie allargando l'assegno unico e rafforzando
i congedi parentali, integrare l'indennità dei cassintegrati di
lungo termine e le misure statali per stagionali, precari e
partite Iva, incentivare la rinegoziazione dei canoni d'affitto
e il loro pagamento".
Secondo i sindacati, "chi scegliesse la difesa partigiana
delle proprie ragioni e l'indisponibilità a rivedere le proprie
promesse elettorali cercando di massimizzare i risultati in
termini di consenso con scelte di corto respiro o dettate da
convenienze momentanee, si accollerà la responsabilità di
condannare l'Autonomia, nel migliore dei casi, ad una lunga fase
di stagnazione. Questo è il tempo del coraggio e del
pragmatismo".
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