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Concordia: il dramma dei naufraghi, 'gente come palline del flipper'

Concordia: il dramma dei naufraghi, 'gente come palline del flipper'

Intercettazione in aula. Parti, passeggeri su lato sbagliato

GROSSETO, 28 aprile 2014, 19:29

Redazione ANSA

ANSACheck

Carabinieri sub tornano sotto Concordia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Carabinieri sub tornano sotto Concordia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Carabinieri sub tornano sotto Concordia - RIPRODUZIONE RISERVATA

"C'era gente che cadeva in acqua, c'era chi nuotava, altre persone sbattevano da una parte all'altra della nave come palline del flipper. Non erano solo passeggeri, c'erano anche altri dell'equipaggio, come i filippini": così, nel brano di un'intercettazione fatta dopo il naufragio e fatta ascoltare stamani al processo, le parti civili hanno voluto mettere in evidenza fasi drammatiche del naufragio della Costa Concordia in particolare, come hanno detto alcuni legali dei passeggeri, "l'errore del personale di bordo di avviare parte dei passeggeri sul lato di dritta, che nell'inclinazione della nave andava verso il basso e dove si verificò la maggior parte dei decessi" tra le 32 vittime.

Riguardo all'intercettazione, a parlare sono l'ufficiale di macchina Hugo Di Piazza e un amico. Le parti civili hanno anche ricordato che oggi era attesa come testimone una passeggera, Angela Blanc, che avrebbe potuto raccontare al processo come morì l'amica Gabriele Grube proprio in quelle circostanze, ma che invece è assente per malattia. La conversazione è stata proposta durante la testimonianza del maggiore dei carabinieri Andrea Lachi che sta riferendo sulle indagini sul naufragio.

Nave a motovedetta: 'trainateci', 'impossibile!' - La sera dell'incidente al Giglio, dalla Costa Concordia chiesero a una motovedetta della guardia di finanza di venire trainati dopo l'urto, ma i militari a bordo commentarono, con una certa ironia, come cosa piuttosto difficile che una piccola motovedetta potesse rimorchiare una grande nave da crociera. Lo ha evidenziato al processo, ripreso oggi a Grosseto, il maggiore dei carabinieri Andrea Lachi del comando provinciale di Grosseto. L'ufficiale è chiamato a testimoniare sulle indagini di polizia giudiziaria svolte sul naufragio. Il teste ha riferito che alle 22.48 del 13 gennaio 2012 "l'ufficiale cartografo della Concordia Simone Canessa chiese alla motovedetta, su richiesta della plancia di comando, di essere trainati", ma dopo questa richiesta risulta anche che "si sente commentare sulla motovedetta che sarebbe stato impossibile trainare una nave come la Concordia". Una circostanza che dimostra la poca lucidità sulla plancia di comando della Concordia. Anche nell'udienza di oggi Francesco Schettino è in aula e assiste al processo di fianco ai suoi difensori.

Difesa Schettino, non chiese traino a motovedetta - Nelle fasi del naufragio al Giglio "il comandante Schettino non ha chiesto alla motovedetta della Gdf di trainare la Concordia ma richiedeva un intervento per stabilizzare la prua con un cavo": lo ha detto ai giornalisti il difensore di Schettino, avvocato Donato Laino, in una pausa dell'udienza criticando le affermazioni del maggiore dei carabinieri Andrea Lachi che stamani testimonia al processo. "Quella dell'ufficiale è una sua interpretazione della circostanza - ha detto l'avvocato Laino -, perchè è impossibile che una motovedetta della Gdf possa trainare una nave da crociera", in particolare della stazza della Concordia.

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