Se a Waidring, nel ritiro austriaco, è tornato il sole, sul Toro non si sono diradate del tutto i nuvoloni di tempesta che aleggiano da ieri. Il video della "zuffa" tra il tecnico Ivan Juric e il direttore tecnico Davide Vagnati, separati a fatica dal team manager Marco Pellegri nel parcheggio del Kuhotel, ha fatto il giro del web e, anche se l'uomo mercato granata ha provato a gettare acqua sul fuoco, il polverone non passa. "Al termine della lite ci siamo abbracciati, questa discussione sarà un punto di partenza per fare il bene del Toro", ha detto il dirigente, sancendo la pace con l'allenatore, ma soltanto a parole. Perché in attesa di conoscere la posizione del presidente, Urbano Cairo, il rischio è che gli strascichi di questa vicenda alimentino i malumori di un ambiente già in subbuglio per i numerosi addii di quest'estate. Sono proprio le questioni di mercato ad agitare la piazza granata e Juric, con l'allenatore che, a due settimane dal campionato, ha ricevuto soltanto Bayeye e Radonjic. In compenso hanno salutato capitan Belotti, che non ha voluto rinnovare, Brekalo, Mandragora, Pobega e Bremer.
"Abbiamo tante cose in ballo, cerchiamo di chiudere il prima possibile per mettere a disposizione del mister i rinforzi che servono - è il punto sulle trattative, secondo Vagnati - ma questo è un mercato in cui quando cerchi di prendere i giocatori il prima possibile i costi sono molto alti". Non è ancora nota la posizione dell'allenatore, che continua il lavoro sul campo. Come è sempre dopo le amichevoli - ieri i granata si sono imposti per 1-0 contro l'Apollon -, Juric ha diviso la giornata in due momenti: al mattino esercitazioni in piscina, al pomeriggio tutti in campo per tattica e tecnica. Così è stato anche oggi, nonostante la tempesta scatenata ieri. La squadra ha provato a fare gruppo compatto, la discussione furibonda è stata oggetto di confronto anche nello spogliatoio, come normale che fosse. Devono essere più d'uno, invece, i grattacapi dell'allenatore, apparso turbato, inquieto, quasi svuotato dopo il test di ieri a Serkircheen, poche ore dopo il 'match' con Vagnati. Sul campo a due passi da Salisburgo non c'è stato nessun contatto tra lui e il dirigente, con il direttore tecnico perennemente al telefono andato via al fischio finale e l'allenatore immerso nelle sue riflessioni. Difficile, però, che ci sia stata quelle relativa alle dimissioni: di fronte ad altri due anni di contratto a circa quattro milioni complessivi, sembra impossibile arrivare a questo tipo di scenario.
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