"È sorprendente che l'amico Antonio Tajani preferisca il bellicista Emmanuel Macron a Marine Le Pen, come è sorprendente che l'altro giorno abbia criticato lo slogan della Lega 'meno Europa', visto che era la parola d'ordine scelta anche da Silvio Berlusconi per la campagna elettorale delle elezioni del 25 maggio 2014, quando l'attuale ministro degli Esteri era Commissario europeo". Lo affermano fonti della Lega, sottolineando che il partito di Matteo Salvini "non cambia idea e continua a ritenere che anche a Bruxelles vada proposto il modello di centrodestra che sta governando bene in Italia".
La Lega ricorda male e si sbaglia: lo slogan di Berlusconi non era "meno Europa", ma "Meno Europa in Italia, più Italia in Europa". Forza Italia sosteneva e sostiene il principio di sussidiarietà: il livello più alto non faccia quello che può fare il piccolo. L'Europa si deve occupare di grandi dossier, come la difesa, l'immigrazione. Ma non tutti conoscono il significato di sussidiarietà". Così fonti di Forza Italia replicano alla critica che è venuta da fonti leghiste. Quanto alla Le Pen - concludono le fonti azzurre - è contro l'Europa e vuole uscire dalla Nato.
Tajani, Ppe con S&D? Ne parleremo, mio auspicio è altro
"Il mio auspicio è" un'alleanza in Europa tra "popolari, conservatori e liberali, poi ne parleremo nel Ppe. Bisogna comunque aspettare il risultato elettorale per capire". Lo ha detto il leader di FI e vicepremier Antonio Tajani interpellato, a margine di un convegno sul Made in Italy, sulle dichiarazioni del leader del Ppe Manfred Weber secondo cui "il punto di partenza sarà la cooperazione con socialisti e liberali".
Weber, 'per la maggioranza Ppe partirà da S&D e liberali'
"Il punto di partenza sarà la cooperazione con Socialisti e liberali. Le tre grandi famiglie politiche Ue hanno l'enorme responsabilità di stabilizzare e guidare l'Europa. Per noi, questo sarà il punto di partenza. Prima ascoltiamo cosa hanno da dire gli elettori". Lo sottolinea, in un'intervista al quotidiano greco Kathimerini, il leader del Ppe Manfred Weber. Sulla candidatura di Ursula von der Leyen, Weber rimarca: "Ogni partito democratico deve rispettare il vincitore delle elezioni. Se il Ppe arriverà primo, avremo il legittimo diritto di presentare il nostro candidato principale come nuovo presidente della Commissione".
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