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Mattarella, fermare i venti di guerra intorno alla Ue

Mattarella, fermare i venti di guerra intorno alla Ue

Meloni, con il presidente ottimi rapporti, non ci divideranno

ROMA, 19 marzo 2024, 19:57

di Fabrizio Finzi

ANSACheck

Mattarella, estinguere i fuochi di guerra in Europa - RIPRODUZIONE RISERVATA

I "venti di guerra" che spirano ai confini dell'Europa, da nord a sud, vanno fermati e va spesa ogni energia per trovare la pace. Sergio Mattarella riprende il filo di un ragionamento iniziato già da qualche settimana e spinge l'acceleratore sulla parola "pace". Sia chiaro, il presidente della Repubblica, non ha cambiato linea sulla necessità dell'impegno italiano a sostegno dell'Ucraina, ne ha mai smesso di ricordare come la responsabilità dell'inizio dell'incendio a Gaza sia da attribuire ad Hamas.

Ma le tensioni crescono ed è sempre più difficile, anche nell'Unione europea, tenere dritta la barra tra rigorismo e ricerca del dialogo. L'ennesimo appello del capo dello Stato cade poi proprio nel giorno nel quale Giorgia Meloni illustra le linee di politica estera del governo alle Camera, in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. Sfumature ma non solo, quelle da cogliere nelle parole del presidente, che nei fatti si materializzano nel discorso della premier al Senato nel quale l'impegno italiano per l'Ucraina resta forte e saldo ma senza fughe in avanti come quella del presidente francese Emmanuel Macron di iniziare a prevedere "boots on the ground", cioè truppe di terra sul campo di battaglia.

 

Video Mattarella: 'Il ruolo della libera stampa e' decisivo'

 

Che l'attenzione del Quirinale sia massima in queste ore è chiaro e risulta evidente quanto la linea dell'esecutivo sia concordata tra Chigi e Colle. Se non si può proprio parlare di sintonia su tutti dossier interni, sulle crisi internazionali sicuramente non ci sono screzi, almeno con Giorgia Meloni. La quale, proprio davanti ai senatori, un po' platealmente, rivendica una comunione di intenti con il presidente della Repubblica: "i miei rapporti con Mattarella sono ottimi lo ringrazio perché non fa mancare mai il suo sostegno non tanto al governo ma alla nazione. E' un rapporto che gestiamo direttamente, personalmente, e quelli che brigano per comprometterlo temo che resteranno delusi".

Chissà se al Quirinale condividono questa visione a tutto tondo, ma è certo che sulla politica estera i toni combaciano certamente più con quelli di Meloni che con quelli di Salvini. "Fino a due anni fa l'Europa viveva non in una belle epoque ma in un epoque de paix. Che cerchiamo e speriamo di riuscire a difendere, a preservare e ripristinare a pieno eliminando, rimuovendo, estinguendo venti e fuochi di guerra che dentro l'Europa e accanto l'Europa si stanno manifestando da qualche tempo", spiega Mattarella inaugurando la nuova sede della stampa estera che, oggi ristrutturata, mostra al pubblico affreschi antichi e pavimenti per anni vissuti da Silvio Berlusconi.

Si tratta infatti di quel famosissimo palazzo Grazioli, sede di tanti incontri romani dell'ex premier. Poco dopo al Senato la premier assicurava che nessuno può "restare insensibile di fronte a vittime civili nella striscia di Gaza" chiedendo ad Israele una reazione "proporzionata" dopo l'attacco di Hamas. Affermazione del tutto condivisa da Mattarella almeno quanto la successiva di Meloni secondo la quale "il governo italiano saluta con favore il cambio della leadership dell'Anp che ci auguriamo rilanci la prospettiva dei due Stati".

Si va avanti dunque, nonostante sul futuro del Quirinale aleggi una riforma pesante che potrebbe stravolgere l'idea stessa che oggi abbiamo di presidenza della Repubblica. E non si può non notare quanto retro-pensiero emerga da una battuta di Mattarella rivolta alla presidente della stampa estera, Esma ÇakÕr, che gli chiedeva se avesse ancora la tessera onoraria dell'associazione: "sono rammaricato presidente, non l'ho con me. Confidando che mi avreste comunque fatto entrare anche senza esibirla. Non sono andato a prenderla nella mia casa privata che più di due anni fa mi ero preparato qui a Roma". Quella casa scelta e preparata per un meritato riposo dopo la fine del primo settennato e che sembra oggi come congelata.

 

 

 

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