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Lega cede sulla Sardegna, sfida sulla Basilicata e sui mandati

Lega cede sulla Sardegna, sfida sulla Basilicata e sui mandati

Svolta dopo contatti fra leader. FI, Bardi non fa passi indietro

BENEVENTO, 19 gennaio 2024, 22:07

Redazione ANSA

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Paolo Truzzu - RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Truzzu -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Paolo Truzzu - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si chiude il braccio di ferro sulla Sardegna e subito nel centrodestra si apre quello sulla Basilicata. Manca ancora l'ufficialità ma la Lega ha sostanzialmente ceduto alle insistenze di FdI per candidare nell'isola Paolo Truzzu, ora rivendica un "credito" e chiama Forza Italia a uno "sforzo" equivalente, ossia la rinuncia a puntare ancora sul governatore lucano Vito Bardi. Soluzione che però gli azzurri hanno immediatamente bloccato, convinti tra l'altro che la strategia di Matteo Salvini sia quella di difendere il bis di Donatella Tesei in Umbria e, soprattutto, arrivare a ottenere il via libera al terzo mandato per i presidenti di Regione, che consentirebbe a Luca Zaia di correre ancora in Veneto.

Anche su questo fronte, però, la maggioranza non è affatto allineata. Due mandati vanno bene, si ragiona fra gli azzurri, e non si può discutere su una modifica simile solo perché sarebbe utile a un governatore. Dietro le quinte il confronto sul tema prosegue ma dentro FdI il muro ancora non cade. E non è casuale che sia in standby anche la norma per consentire tre mandati di fila ai sindaci di piccoli comuni con 5-15mila abitanti: non dovrebbe rientrare nel decreto legge sull'election day atteso nel prossimo Consiglio dei ministri, dopo che l'esame è slittato nella riunione di martedì sera.

In questa situazione di tensioni costanti nel centrodestra, Meloni da una parte punta a riequilibrare i rapporti di forza nelle regioni, facendo valere il peso di primo partito della coalizione, e dall'altra deve mediare fra gli alleati. Il nodo Sardegna dovrebbe essere sciolto definitivamente a ore, nella maggioranza nessuno vede più spiragli per Christian Solinas, fin qui sostenuto con insistenza dalla Lega. L'accordo di massima sarebbe stato chiuso in un giro di telefonate "bilaterali" della premier con Tajani e Salvini. I discorsi inevitabilmente avrebbero toccato anche le altre poltrone in gioco, per cui però c'è più tempo visto che in Basilicata e Umbria si vota più avanti. La più urgente svolta sulla Sardegna (settimana prossima si chiudono le candidature, in vista del voto del 25 febbraio) era ormai attesa da giorni.

Ora è davvero imminente, alla vigilia del consiglio nazionale del Partito sardo d'Azione di Solinas. Lo si è capito quando ieri in tarda mattinata ha parlato Salvini: "L'unità del centrodestra, della coalizione che hanno votato gli italiani, viene prima di logiche di partito o personali", ha detto il vicepremier, glissando sugli ultimi sviluppi dell'inchiesta su Solinas: "Se la politica va al tempo che una certa magistratura vorrebbe, uno smette di far politica".

"Credo che alla fine, vista anche l'insistenza di FdI, il candidato sarà Truzzu", ha spiegato poco dopo il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, senza nascondere l'ambizione del suo partito: "Se vale la regola che contano le percentuali, in questo momento la Lega è chiaramente in credito". L'obiettivo dichiarato è la Basilicata. "La Lega - ha aggiunto - in Sardegna ha fatto uno sforzo perché il centrodestra andasse unito ed è uno sforzo per noi importante, perché continuiamo a credere che la squadra di Solinas abbia governato bene. Ora un altro partito dovrebbe fare lo stesso sforzo".

Decisamente aspra la replica di Forza Italia, dove non si manca di notare che quella di Solinas era una strada non percorribile, non per l'inchiesta per corruzione già nota da un anno, ma perché era ultimo per gradimento fra i governatori italiani. Un passo indietro del governatore uscente Vito Bardi "non esiste. La cosa non è proprio in discussione. Lo ha detto anche Tajani", ha chiarito il capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli. Ci sarà tempo per discutere, in Basilicata le elezioni non dovrebbero essere prima di aprile. Resta l'ipotesi che Meloni, per risolvere lo stallo, indichi un candidato civico vicino a FdI. 

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