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Mattarella: 'Fermare la guerra, non troviamo motivazioni'

Mattarella a Trieste

Mattarella: 'Fermare la guerra, non troviamo motivazioni'

'Non troviamo una motivazione razionale a questa guerra. La pace è sempre doverosa e possibile'

TRIESTE, 28 marzo 2022, 10:16

Redazione ANSA

ANSACheck

Il presidente della Repubblica all 'Università di Trieste - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente della Repubblica all 	'Università di Trieste - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente della Repubblica all 'Università di Trieste - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Non troviamo una motivazione razionale a questa guerra. La pace è sempre doverosa e possibile: proprio per questo stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà, con l'accoglienza dei profughi. E con misure economiche e finanziarie che indeboliscono chi vuole imporre con la violenza delle armi una guerra che, se non trovasse ostacoli, non si fermerebbe. Occorre fermarla ora, subito. Servono dialogo e trattative per chiudere la guerra immediatamente". Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando all'università di Trieste. 

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 "Si sperava - ha detto Mattarella - si pensava che questa emergenza, quella della pandemia, avesse fatto comprendere l'esigenza di ricercare sempre il dialogo, la collaborazione per spingere tutti gli Stati a fronteggiare insieme i mali dell'umanità: il cambiamento climatico, la pandemia. Appariva logico, invece abbiamo dovuto assistere al riesplodere di aggressivi egoismi nazionali come non avveniva dall'800. Un retrocedere della storia e della civiltà che ma avremmo immaginato" e che ci costringe ad assistere a "vittime di ogni età, a devastazioni, a un impoverimento del mondo".

"La solidarietà ha consentito una veloce produzione di vaccini il cui valore apprezziamo sempre di più, in particolare in queste settimane in cui aumenta la diffusione del contagio da covid ma senza conseguenze gravi per la pressoché totalità di coloro che sono vaccinate".

"Assistiamo - ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella parlando all'università di Trieste - al riesplodere di aggressivi egoismi nazionali, di quanto non avveniva dall'800, dai secoli scorsi: un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato possibile in questo inizio di millennio, assistendo a vittime di ogni età, dai bambini agli anziani, a devastazioni di città e di campagne, a un nuovo impoverimento del mondo. Non riusciamo neppure a rinvenirvi una motivazione razionale. Le ragioni della convivenza umana pretendono che si ponga fine alle guerre. La pace è sempre doverosa e possibile. Proprio per questo, stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà all'aggressione nei confronti dell'Ucraina, con l'accoglienza dei profughi, con il sostegno concreto a chi resiste a difesa della propria terra contro un'invasione militare, con misure economiche e finanziarie che indeboliscano chi pretende di imporre con la violenza delle armi le proprie scelte a un altro Paese, per frenare subito, per rendere insostenibile questo ritorno alla prepotenza della guerra che, se non trovasse ostacoli, non si fermerebbe ma produrrebbe una deriva angosciosa di conflitti che potrebbero non trovare limiti. Occorre fermarla ora, subito. Stiamo rispondendo - ha concluso il capo dello Stato - cercando con insistenza di proporre dialogo e trattative per chiudere la guerra immediatamente, per ritirare le forze di invasione, per trovare soluzioni politiche, pronti a contribuire a perseguirle non appena si aprissero spiragli di disponibilità.

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