Dal Muro di Berlino all'attacco di Pearl Harbor, dalla Shoah a Genova distrutta dalle bombe. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha cercato di scuotere le coscienze occidentali evocando le ferite più profonde per ogni popolo nei discorsi tenuti in videoconferenza nelle ultime settimane davanti a diversi Parlamenti. Di seguito alcuni dei passaggi più significativi.
1 marzo, intervento all'Europarlamento - "Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell'Ucraina verso l'Europa viene incoraggiata. Vogliamo essere membri a pari diritti dell'Ue.
Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo".
15 marzo, intervento al Parlamento canadese - Il presidente ucraino si rivolge direttamente al primo ministro Justin Trudeau: "Noi vi chiediamo di fermare le bombe e voi esprimete la vostra profonda preoccupazione e ci chiedete di resistere ancora un po'? Justin, puoi immaginare cosa significa per i tuoi bambini sentire i bombardamenti alle 4 di notte tutti i giorni? Vedere le tue città distrutte? La tua gente morire? Immagina se qualcuno occupasse Vancouver come stanno facendo con Mariupol".
16 marzo, intervento al Congresso Usa - Zelensky insiste soprattutto sulla richiesta di istituire una no-fly zone sull'Ucraina: "Ricordatevi Pearl Harbor, ricordatevi l'11 settembre. Siete stati attaccati dal cielo. Il nostro Paese vive l'11 settembre da tre settimane. Abbiamo bisogno di voi ora, serve una no fly zone sopra l'Ucraina".
17 marzo, intervento al Bundestag tedesco - Ripetendo le parole rivolte al leader sovietico Mikhail Gorbaciov dal presidente americano Ronald Reagan a Berlino Ovest nel 1987, Zelensky si rivolge al al capo del governo tedesco: "Signor cancelliere, butti giù questo muro". Il muro a cui si riferisce è quello ideale che a suo avviso si alza tra l'Ucraina e l'Europa "con ogni bomba che cade in Ucraina, con ogni decisione che non viene presa nonostante il fatto che voi potreste aiutarci".
20 marzo, intervento alla Knesset israeliana - Zelensky evoca lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti: "I russi stanno utilizzando di nuovo queste parole, 'la soluzione finale', in relazione a noi, alla nazione ucraina, è stato detto in un incontro a Mosca".
22 marzo, intervento al Parlamento italiano - "La guerra continua a devastare città ucraine, alcune sono completamente distrutte come Mariupol, che aveva mezzo milione di abitanti, è come Genova, immaginate Genova completamente bruciata. Dopo tutta la tragedia vissuta, ora Kiev ha bisogno di vivere nella pace, una pace continua, eterna, come deve averla Roma e qualunque città del nostro mondo".