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Vaticano 'plastic free', stop a quella monouso

Vaticano 'plastic free', stop a quella monouso

Verso record nella differenziata: solo 2% di rifiuti speciali indifferenziati

CITTA' DEL VATICANO, 16 luglio 2019, 10:57

Nina Fabrizio

ANSACheck

Una sporta in cotone in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una sporta in cotone in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una sporta in cotone in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Volendo adeguarsi agli standard dei Paesi più virtuosi al mondo e animato anche dalla spinta dell'enciclica verde di papa Francesco, la Laudato si', il Vaticano marcia spedito verso alte percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti. E c'è di più, lo Stato più piccolo al mondo ha già dato lo stop alla vendita della plastica monouso quindi, quando presumibilmente entro l'anno tutte le scorte saranno esaurite, sarà completamente plastic free.
   
A spiegare all'ANSA il sistema di raccolta dei rifiuti Oltretevere è il responsabile del Servizio Giardini e Nettezza urbana, Rafael Ignacio Tornini: "Il mondo dei rifiuti si suddivide in due grosse categorie, quella dei rifiuti urbani e quella dei rifiuti speciali, pericolosi o non pericolosi. Nel 2016 è stata creata un'isola ecologica, l'eco-centro, dove vanno tutti i rifiuti speciali. Aveva comunque dei limiti, nel 2018 l'abbiamo ristrutturata e rafforzata, ed ora siamo in grado di gestire circa 85 codici Cer, che sono i codici di rifiuti Ue. In questi primi sei mesi siamo riusciti a portare la quota parte di indifferenziato al 2%, quindi un 98% di differenziato".

    "Questo virtuosismo - spiega - consente di portare a smaltire materiali che vanno a recupero. Più recuperi, più risparmi. Ad esempio, le batterie del piombo: ci viene riconosciuta una quota parte, oppure carta, olio alimentare. Oppure ancora, a costo zero viene smaltito l'olio delle macchine, cosa che se uno non fa in modo corretto, deve pagare". "Spero - aggiunge - di arrivare entro il 2020 a una quota di rifiuto indifferenziato misto dello 0 virgola in modo tale da chiudere un cerchio completamente virtuoso".

    "Dall'altra parte c'è il rifiuto urbano. Nel 2016 siamo partiti da un 35% di differenziazione, fino ad arrivare oggi a un 55%: in tre anni abbiamo guadagnato intorno ai 20 punti. Il nostro obiettivo è comunque fare di più e portare questa percentuale al 70-75%", standard di virtuosismo definito in Ue.

    Il Vaticano, che produce circa mille tonnellate di rifiuti all'anno, opera una raccolta fondamentalmente da cassonetto, "non c'è un porta a porta vero proprio, solo in casi specifici come l'olio alimentare, o l'umido proveniente dalle cucine". La raccolta dell'umido è partita cinque messi fa e incide "sul 12-13% al mese dell'indifferenziato. Sentiamo molto anche il problema della plastica - continua -. Noi facevamo lo sforzo di raccoglierla il più possibile, lo Stato ha fatto quello di limitare tutta la vendita della plastica mono-uso, stiamo le scorte. Poi qua dentro non si vendono più".

    Un punto critico per quanto riguarda l'indifferenziato è la piazza di San Pietro, di competenza vaticana, affollata ogni giorno da migliaia di turisti: "Lì - ammette Tornini - l'indifferenziato ci incide un bel po' su tutto il resto, sotto ai colonnati abbiamo messo contenitori specifici per la plastica e devo dire che funziona perchè riusciamo a raccoglierne circa dieci chili al giorno". Oltretevere sono state anche avviate delle mini catene di economia circolare. "Con la raccolta dell'umido e gran parte dei tagli delle potature (400 tonnellate di materiale) facciamo il terriccio da compost e così lavoriamo per mettere nel mercato la minor quantità di rifiuto possibile, quello che scartiamo cerchiamo di riutilizzarlo nel giardino come concime di buona qualità, o qui o a Castel Gandolfo".

    Lo smaltimento vero e proprio avviene in Italia, con un appalto a una ditta privata, "ma in un modo ordinato o più ordinato possibile", assicura. Ci sono multe per chi non fa la differenziata? "Sembra strano - risponde - ma no, ci sono dei richiami. Per fortuna la gente risponde al richiamo, prende coscienza e si adegua, poi quello che c'è è una sorveglianza costante del territorio".
    Tornini, alla guida di una struttura composta da lui, un amministratore e quattro operatori ecologici, ammette anche che è stato necessario un grande lavoro per cambiare la "mentalità": "abbiamo fatto anche dei corsi al personale che gestisce il rifiuto speciale". Quale è il segreto? "Abbiamo preso a cuore la linea del Santo Padre sulla Laudato sì, la Casa comune va salvaguardata e se non siamo noi i primi...".   

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