"Noi andremo alle elezioni con una lista di centro, anche se Alfano non sarà candidato, con una lista di sinistra, anche se Pisapia non sarà candidato, e poi vedremo se anche altri: spero si possa fare l'accordo con la lista +Europa di Bonino e Magi". Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi a Quinta Colonna.
"Abbiamo cercato fino all'ultimo e cercheremo fino all'ultimo un accordo con più soggetti possibile. Ma preferisco la chiarezza di dire che ognuno si presenta agli elettori con sua linea che fare ammucchiate come fanno altri. Tra Salvini e Berlusconi è vero amore o sono li solo per esigenza e cambiano idea?".
Intanto Romano Prodi difende la scelta di sfilarsi Giuliano Pisapia. "Non tutte le frittate finiscono con il venir bene...", dice Prodi a un incontro a Roma riferendosi alla situazione del centrosinistra. A chi gli chiede se Pisapia abbia fatto bene, il fondatore dell'Ulivo risponde "non lo so".
E ancora: "non mi pronuncio" a chi gli chiede se la coalizione di centrosinistra sia finita. "I cambiamenti sono troppo recenti per dare un giudizio definitivo. Aspettiamo".
Quella di Giuliano Pisapia - ha detto in un altro passaggio - "non è stata una defezione, perché Pisapia non aveva deciso. Aveva studiato il campo e poi ha concluso che non era cosa".
"Il processo va avanti. Si tenterà di nuovo perché è un processo importante ed utile al Paese. Pisapia ha esplorato e non ha trovato in se stesso o nel gruppo di riferimento motivazioni per andare avanti. E questo mi dispiace".
D'altra parte, osserva Prodi sul palco di "Più libri più liberi", "la stessa crisi c'è anche a destra".
"Il problema - sostiene - è che bisognerebbe ricominciare da capo. Io a suo tempo non ho inventato un granché ma c'era un disegno preciso di mettere insieme forze e contenuti. Mi criticarono per il programma di 400 pagine, ma quello di 140 lettere non è molto più soddisfacente. Un programma politico può anche essere di sei volumi... Ma con una coalizione ampia si deve scrivere. E' senso di realismo. Perché i tedeschi ci mettono sei mesi a fare il programma di governo? Pensate non sappiano né leggere né scrivere?".
"In politica - ha detto ancora - o si è dentro o si è fuori. Stare all'uscio non è mica bello: si da noia, si producono equivoci. Io ora sono completamente fuori". "Quando entrai nacque l'Ulivo che avevo in mente da sempre con il pullman per girare. C'era un'attesa popolare, una condivisione sul senso del riformismo. Quello era il vero collante", conclude.
"Il presidente Prodi - ha detto Piero Fassino - accompagna con attenzione la costruzione della coalizione, incoraggiando a perseguire alleanze che consentano al centrosinistra di presentarsi agli elettori con una proposta credibile e capace di evitare che l'Italia possa essere preda della destra o del populismo". "Mi rammarico della decisione di Giuliano Pisapia ma resta intatta la nostra volontà di dare corso ad una coalizione di centrosinistra aperta, plurale e inclusiva".
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