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Lavoro: Camusso minaccia sciopero generale se si farà un decreto su Jobs Act

Lavoro: Camusso minaccia sciopero generale se si farà un decreto su Jobs Act

Bagnasco: "L'articolo 18 non è un dogma"

28 settembre 2014, 15:39

Redazione ANSA

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Susanna Camusso durante la conferenza stampa al termine del direttivo convocato a Bologna ANSA/GIORGIO BENVENUTI - RIPRODUZIONE RISERVATA

Susanna Camusso durante la conferenza stampa al termine del  direttivo convocato a Bologna ANSA/GIORGIO BENVENUTI - RIPRODUZIONE RISERVATA
Susanna Camusso durante la conferenza stampa al termine del direttivo convocato a Bologna ANSA/GIORGIO BENVENUTI - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso all'assemblea nazionale della Fiom a proposito della Riforma del lavoro annuncia: "Se si decidesse di procedere con il decreto bisognerà proclamare lo sciopero generale". E aggiunge: "Non possiamo avere una stagione che è solo contro" ma, nella nettezza "di ciò che vogliamo anche una stagione di proposta in cui diciamo come vogliamo il mondo del lavoro".

"Bisogna insistere sul fatto che dobbiamo incrociare Cisl e Uil perché la divisione, oggi, è uno straordinario argomento in mano al governo". Lo ha detto nel suo intervento all'assemblea nazionale della Fiom, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, riguardo alla mobilitazione sul lavoro indetta per il 25 ottobre. "Non possiamo offrire l'idea di libertà del lavoro dando un messaggio che il sindacato non è unito nel rivendicare queste cose", ha concluso.

Il 25 ottobre a Roma "una grande manifestazione della Cgil, all'insegna del cambiamento del nostro Paese, a partire dalla libertà e dalla uguaglianza nel lavoro. Una manifestazione che inizia in una stagione per noi di conquista di un cambiamento della politica economica". Così dopo il direttivo Cgil il segretario Susanna Camusso.

L'articolo 18 continua a dividere anche il Pd. "Ho l'impressione che Renzi voglia rompere". Lo dice l'esponente del Pd Pippo Civati a Radio Monte Carlo. La scissione è un rischio reale? "E' un rischio se Renzi non si rende conto di essere anche il segretario di un partito che può avere legittime differenze al proprio interno e che è stato eletto per difendere l'articolo 18 così non certo per abolirlo".

Sul tema del lavoro tornano anche i vescovi italiani. L'articolo 18 non e' ''un dogma di fede'', tuona il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, e qualsiasi decisione serve solo se mira a creare posti di lavoro ''altrimenti non serve a niente''. ''Non ci sono dogmi di fede e non ci sono dogmi di nessun genere per quel che riguarda le prassi sociali'' ha detto il porporato a proposito di un eventuale superamento dell'art.18. ''Anche questo nodo - ha aggiunto - deve essere affrontato con una sola intenzione, un solo obiettivo: bisogna valutare questa questione in chiave propositiva perche' qualunque decisione, qualunque modo di affrontare l'articolo 18, deve mirare a creare posti di lavoro o altrimenti non serve a niente. Vincerà un'idea ma non vincerà il bene di tutti''.

Interpellato a margine dell'assemblea nazionale della Fiom, il segretario dell'organizzazione Maurizio Landini ha risposto: manifestare sulla riforma del lavoro insieme a Cisl e Uil "se è possibile". "Gli scioperi che stiamo facendo nelle fabbriche - ha osservato - noi li proponiamo a tutti, la nostra è una battaglia generale, il problema è avere delle proposte comuni". Quanto alla possibilità di incrociare anche gli altri sindacati, ha proseguito Landini, "non escludo nulla: è importante che la Cgil abbia una sua proposta, una sua piattaforma e noi la rivolgiamo a tutti. E' importante lavorare per l'unità dei lavoratori - ha concluso Landini - che non è semplicemente la somma delle organizzazioni sindacali". E poi, sull'incontro Renzi-Marchionne in Usa ha aggiunto: "Non vorrei che il nostro premier, frequentando troppo Marchionne e Detroit, pensasse di prendere la residenza in Svizzera".

"Deve essere chiaro a tutti che non sarà una manifestazione che conclude una fase, ma una manifestazione che inizia una fase di mobilitazione. Nella Cgil c'è sempre stata una discussione delle posizioni, questa è la forza della Cgil". Così Landini prima di entrare nella Camera del lavoro dove il direttivo della Cgil discuter' di Jobs act. La Cgil - ha aggiunto - "non è mai stata divisa".

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