In linea con le politiche del
governo ultraliberale di Javier Milei la Banca centrale
argentina (Bcra) ha compiuto oggi un nuovo passo avanti nello
smantellamento del sistema di restrizioni al mercato dei cambi,
il cosiddetto 'cepo'.
Secondo quanto stabilisce una nuova normativa pubblicata
oggi, le aziende potranno infatti accedere all'acquisto di
divise per il pagamento di debiti in moneta straniera fino a 60
giorni prima della scadenza del debito e non più solo 5 giorni
prima.
Per non generare scossoni nel mercato la norma consente ad
ogni modo l'acquisto giornaliero di solo il 10% del totale del
debito obbligando le aziende a programmare con anticipo
l'acquisto di divise.
Secondo dati privati le aziede argentine hanno emesso
obbligazioni per circa 4 miliardi di dollari negli ultimi mesi
approfittando dell'interesse degli investitori sul mercato
locale.
La restrizione alla compravendita di dollari sia da parte di
privati che delle aziende è stata instaurata nel 2019 sotto il
governo di Mauricio Macri per limitare la fuga di capitali e
contenere il drenaggio delle riserve dopo la caduta in default
del maxi credito da 45 miliardi concesso nel 2017 dal Fondo
monetario internazionale.
La presenza del 'cepo' promuove inoltre la permanenza anche di
un mercato nero della divisa statunitense noto come "dollaro
blu" il cui valore è attualmente 10% superiore a quello legale.
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