L'ultimatum di 24 ore con cui l'ex
presidente della Bolivia, Evo Morales, ha chiesto un rimpasto
del governo di Luis Arce rappresenta per l'esecutivo di La Paz
una "minaccia di interruzione della continuità dell'ordine
democratico" nel Paese. Lo afferma il ministero degli Esteri in
una nota, allertando la comunità internazionale sui rischi
rappresentati dall'azione politica dell'ex capo dello Stato, da
mesi coinvolto in un braccio di ferro con il suo ex alleato
Arce, accusato di volergli impedire la candidatura per un altro
- il quarto - mandato presidenziale.
Nel documento, il ministero degli Esteri esprime il proprio
rifiuto a "qualsiasi tipo di ricatto o condizionamento contro la
volontà popolare espressa nelle urne" ed evidenzia che il
Governo "ha dimostrato la sua vocazione democratica invitando
ripetutamente al dialogo" Morales, considerando "questo il modo
migliore per risolvere i conflitti".
La richiesta di un rimpasto nel governo per la sostituzione
di ministri "corrotti, razzisti e fascisti", pena il
proseguimento delle mobilitazioni, è arrivata al termine di una
protesta durata una settimana in cui Morales ha marciato per 200
chilometri alla testa di migliaia di sostenitori.
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