Mentre il fuoco ha già consumato
9.000 ettari di vegetazione in tutto il territorio nazionale, il
governo della Colombia ha riconosciuto di non avere risorse
sufficienti per combattere, soprattutto per via aerea, i
numerosi focolai che si riproducono in diverse regioni a causa
principalmente della eccezionale siccità che sta colpendo tutta
la regione amazzonica. Lo afferma l'ultimo bollettino della
Protezione Civile (Unrgd) in una nota dove riferisce che
"nonostante le limitate capacità di supporto aereo sta lavorando
in modo coordinato insieme alle autorità territoriali e alle
forze militari e di polizia per affrontare la situazione".
"Riconoscendo l'insufficienza delle risorse statali per
soddisfare la domanda di ore di volo - prosegue la nota -
l'Unrgd ha aperto un bando per contattare fornitori privati ;;di
servizi di elicotteri, supporto antincendio, evacuazioni
aero-mediche, trasporto di personale, liquidi ritardanti e
attrezzature specializzate come i recipienti d'acqua Bambi
Bucket".
La Colombia non è l'unico Paese della regione amazzonica
interessato dall'emergenza incendi. In Ecuador, dal 23 agosto al
18 settembre, sono andati distrutti più di 23.000 ettari di
vegetazione mentre in Perù è stato dichiarato questa settimana
lo stato di emergenza in tre dipartimenti.
Allo stesso modo il Brasile affronta una delle peggiori crisi
della sua storia con oltre 60.000 focolai registrati nei primi
17 giorni di settembre e gli incendi hanno raggiunto aree chiave
per la biodiversità come l'Amazzonia, il Cerrado e il Pantanal,
oltre al parco nazionale della capitale Brasilia.
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