"Non abbiamo nessun
punto d'attracco per le navi Ultra Large Container Vessel", che
sono 20 mila container, 400 metri di lunghezza, 60 di larghezza
e 16 di profondità"; e questo per un paese che conta oltre 6
mila chilometri di coste, può diventare in un prossimo futuro
una difficoltà di grandi proporzioni. A lanciare il grido
d'allarme è Daniel Fernández, il presidente della Camera
Marittima e Portuaria del Cile, Camport, entità che raggruppa
oltre 30 soci, tra imprese navali nazionali e straniere, agenti,
operatori e concessionari portuali. Spiega Fernández a El
Mercurio: "Se una nave con queste caratteristiche decidesse
seguire la rotta, per esempio, Shangai-Pacifico del Sud, le
possibilità per attraccare che ha sono Callao e Cancan", in
Perù. Per far arrivare le merci nel paese australe la ULCV
dovrebbe quindi separare il carico in questi porti per poi
inviarlo con un'altra imbarcazione, di un altro itinerario, in
un porto nazionale. Con costi e tempi elevati.
Per fortuna non si tratta di un problema immediato, assicura
il presidente della Camport, ma occorrono misure tempestive per
evitare l'isolamento di qui a una decina d'anni: e due lustri
per delle grandi infrastrutture portuarie sono tempi "giusti".
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