Non si placa la polemica
sull'aborto in Brasile: l'Avvocatura generale dello Stato (Agu)
si è rivolta alla Corte suprema (Stf) accusando il Consiglio
federale di medicina (Cfm, che rappresenta gli oltre 530 mila
medici attivi nel Paese) di "abuso di potere". Secondo l'Agu, il
Cfm avrebbe cercato di promuovere "il mantenimento della
gravidanza derivante da uno stupro", anche se "a danno della
salute e della libertà delle donne", emanando una risoluzione
che "limitava l'accesso all'aborto legale" nel Paese. Per
l'Avvocatura, la norma che vietava la pratica dell'asistolia
fetale dopo 22 settimane di gestazione mirava, in modo
mascherato, a modificare una disposizione del codice penale.
A maggio, il giudice della Stf, Alexandre de Moraes, relatore
del caso, aveva sospeso temporaneamente la norma del Cfm e
vietato le sanzioni e l'apertura di procedimenti amministrativi
contro i medici che continuavano ad eseguire la tecnica nei casi
previsti dalla legge.
L'iniziativa ha portato i parlamentari evangelici e cattolici
a presentare alla Camera dei deputati un controverso ;;disegno
di legge che equipara all'omicidio l'aborto commesso dopo la
22/ma settimana di gravidanza, anche in caso di stupro.
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