"Quanto accaduto in questi anni, con
la previdenza Complementare gestita dalla Enasarco, è qualcosa
di cui i governi che si sono succeduti, dall'entrata in vigore
della legge 613 del 22 luglio 1966, non ne debbono andare
assolutamente fieri, per lo stato di diritto leso ai
contribuenti che hanno versato ingenti somme nel Fondo Pensione
Complementare della Fondazione Enasarco".
Con una nota Federcontribuenti mette in risalto, ancora una
volta, "l'ingiustizia che molti contribuenti di Enasarco stanno
subendo da tempo. L'organizzazione dei contribuenti denuncia
come 'la previdenza Enasarco ha riconosciuto solo al 15% degli
obbligati la pensione Complementare, dall'avvento dalla legge
613 del 1966, art. 29, generando circa 700.000 posizioni
Silenti, che rappresentano l'85% degli obbligati, che hanno
versato nelle casse dello Stato, oltre 9,2 miliardi di euro, e
che le Istituzioni Governative persistono a non voler
riconoscere".
"Più volte - scrive l'associazione dei contribuenti italiani
- abbiamo sollecitato incontri (senza mai ricevere risposte) per
valutare possibili soluzioni, per correggere gli errori
legislativi che si sono commessi. Il silenzio è come se mancasse
la volontà politica a voler restituire, ai molti pensionati, che
oggi vivono in uno stato di povertà assoluta, quanto versato in
previdenza complementare, negando loro, il riconoscimento di
quanto previsto per legge dal sistema previdenziale
complementare, istituito con D. Lgs 252".
Da anni associati di Federcontribuenti aderenti alla
Previdenza Complementare (integrativa a Inps), gestita dalla
Fondazione Enasarco, "denunciano il danno patrimoniale ricevuto,
per la mancata restituzione da parte dello Stato, di quanto
versato in previdenza complementare".
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