Il Consiglio nazionale dei
commercialisti ha approvato oggi il nuovo Codice delle sanzioni,
che entrerà in vigore domani, 18 aprile. Lo fanno sapere gli
stessi professionisti, indicando che il precedente risaliva al
2016.
Il nuovo testo, si sottolinea in una nota, "arriva dopo che
nelle scorse settimane era stato approvato anche il nuovo Codice
deontologico, le cui novità sono state adesso declinate anche in
termini di sanzioni": la principale novità riguarda "le sanzioni
relative alle violazioni delle norme sull'equo compenso",
giacché "per entrambe le due possibili violazioni (ossia se il
professionista conviene con il cliente un compenso iniquo, o se
predispone un accordo senza informare il cliente dell'obbligo di
rispettare le disposizioni in materia) è prevista la censura".
A seguire, si legge, "nel caso di esercizio della professione in
situazioni di incompatibilità è prevista la sospensione fino ad
un anno. In tema di obbligo di assicurazione è prevista una
sospensione fino a 6 mesi per chi non stipula una polizza,
mentre per la mancata comunicazione al cliente degli estremi
della polizza sottoscritta si prevede la sanzione della censura.
Nel caso di più violazioni deontologiche contemporanee, o
derivanti dal medesimo fatto - segnalano i commercialisti - si
prevede l'applicazione della sanzione prevista per la violazione
più grave".
Per le critiche a mezzo social "si passa dalla precedente
sanzione della censura ad una sospensione fino ad un massimo di
tre mesi". Per il presidente nazionale Elbano de Nuccio, questa
"è la tappa successiva all'approvazione del nuovo Codice
deontologico, di cui fotografa tutte le principali novità", un
ulteriore tassello del "processo di rinnovamento dei nostri
codici per favorire sempre più comportamenti corretti e
rispettosi tra colleghi, verso le Istituzioni e verso i nostri
clienti".
Per il delegato a compensi professionali e deontologia,
Pasquale Mazza, "il Codice è un importante passo in avanti per
la professione", l'auspicio è che, assieme a quello deontologico
"possa contribuire a adottare comportamenti virtuosi senza la
necessità di doverlo attivare".
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