"La risalita dell'inflazione era
largamente attesa e non deve destare particolari allarmi.
Infatti, al di là di alcuni effetti stagionali, come l'aumento
dei prezzi di alcuni servizi di trasporto e turistici, l'aumento
su base annua è strettamente correlato al confronto con un
periodo in cui i prezzi degli energetici erano in forte e
repentino calo, tanto da determinare a marzo del 2023 una
riduzione dello 0,4% dell'inflazione in termini congiunturali":
questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio ai dati
Istat sull'inflazione a marzo che secondo le sue stime doveva
essere del +1,5%.
Confcommercio sottolinea "il progressivo rallentamento dei
prezzi degli alimentari (guidato dal comparto del non
trasformato) e, più in generale, dei prodotti che le famiglie
acquistano con maggior frequenza, ciò che ne determina le
percezioni su prezzi e potere d'acquisto".
"Che il quadro sia confortante sotto il profilo
dell'inflazione, si desume sinteticamente dal fatto che la
componente core si riduce nella metrica dell'indice armonizzato
(da 2,6% a 2,5% di marzo). Il dato di oggi - conclude
Confcommercio - è peraltro coerente con l'ipotesi di
un'inflazione, nella media dell'intero 2024, prossima o di poco
superiore all'1%, dato decisamente inferiore al target della
BCE".
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