"Nel 2023 ci aspettiamo una frenata
di investimenti, consumi, esportazioni, occupazione e una
crescita nulla del Pil. La situazione economica attuale è
caratterizzata dallo shock energetico, con la bolletta che per
le imprese industriali sale di circa 100 miliardi nel 2022 e che
rischia di rallentare la produzione. Per non parlare
dell'inflazione salita a livelli che non si registravano dagli
anni '80, trainata soprattutto dall'impennata dei prezzi
dell'energia", avverte il vicepresidente di Confindustria per il
credito, la finanza e il fisco, Emanuele Orsini. Che
intervenendo al seminario nazionale di Federconfidi dice: "Tale
contesto determina nuove e forti tensioni di liquidità per le
imprese, già appesantite dal debito contratto per il Covid, che
sono spinte a contrarre nuovo debito emergenziale anche grazie
al supporto delle garanzie prestate dai confidi e che è stato
determinante per la tenuta del nostro sistema produttivo".
Quindi sottolinea: "In questo scenario, è essenziale agire
tempestivamente, cogliendo l'occasione della manovra di
bilancio, sia per introdurre nuove misure emergenziali tese a
sostenere la liquidità delle imprese e mantenere fluide le
relazioni banca-impresa, sia per sostenere investimenti e
crescita. Serve un insieme di misure straordinarie, finalizzate
a creare le condizioni per assicurare la sostenibilità del
debito bancario in essere delle imprese. In particolare, occorre
intervenire, almeno in via trasitoria, sulle regole europee in
materia bancaria e in tema di aiuti al fine di favorendo
operazioni di moratoria e rinegoziazione. Serve poi rafforzare
anche le misure di garanzia pubblica prestate dal Fondo di
Garanzia per le pmi e Sace". Ed in particolare, le garanzie del
Fondo di Garanzia per le pmi "devono essere concesse a titolo
gratuito e con la massima percentuale di copertura consentita
dalle regole europee. Inoltre, l'attuale schema di intervento va
esteso alle mid cap e a copertura di importi garantiti fino a 10
milioni".
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