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Responsabilità editoriale di Advisor
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Lo studio annuale, che ha coinvolto oltre 23.000 persone in 33 Paesi di tutto il mondo, rivela che, anche in Italia, sta crescendo l’interesse verso i mercati privati, asset class prima appannaggio esclusivo del mondo istituzionale. Nello specifico i risultati della ricerca mostrano come in media gli investitori italiani abbiano ammesso che prenderebbero in considerazione di investire il 12,6% del proprio patrimonio sui mercati privati. Una percentuale che sale al 18,3% nel caso di investitori “esperti”.
"Qualche anno fa, un tipico investitore nei mercati privati sarebbe stato quello che i gestori chiamano ‘istituzionale’, come gli schemi pensionistici a prestazione definita o i grandi fondi di endowment” ha spiegato Nils Rode, chief investment officer di Schroders Capital. “Come dimostra il Global Investor Study di quest'anno, il quadro è in divenire ed è probabile che cambi molto nei prossimi anni. L'ampliamento delle opzioni per gli investitori più piccoli rappresenta uno sviluppo molto positivo. Riteniamo inoltre che gli argomenti a favore dell'inclusione dei mercati privati nella propria asset allocation - laddove appropriata - siano più forti che mai".
I mercati privati rappresentano anche un insieme incredibilmente vario di opportunità, offrendo un numero ampio di fonti di rendimento. In particolare, circa un terzo (32%) degli investitori italiani ha dichiarato di essere maggiormente attratto dagli investimenti in infrastrutture. Una percentuale simile a livello globale (30%) preferisce il private equity, asset class che incontra il favore di un quinto degli investitori italiani. La percentuale degli investitori attratti dal private equity sale vistosamente fra gli "esperti", attestandosi al 46% a livello globale e al 38% per gli italiani. L'immobiliare è la seconda asset class più popolare fra gli investitori, sia in Italia che a livello globale.
Tuttavia restano alcune incertezze. Due terzi degli investitori, sia italiani sia globali, hanno ancora una conoscenza limitata di questa asset class, a segnalare l’opportunità di una maggiore formazione per sostenere la crescita di questi investimenti. Resta quindi molto lavoro da fare per migliorare la familiarità e la conoscenza di questi prodotti che, con l’avvento degli Eltif 2.0, saranno resi ancora più accessibili agli investitori non professionali.
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