Piazza affari da record. I dati sull'inflazione nell'Eurozona e negli Stati Uniti ed un clima di maggiore fiducia spingono le Borse che archiviano il primo semestre con dei risultati spumeggianti. A mettersi in mostra è Piazza Affari che ha raggiunto i massimi dalla crisi del 2008 scatenata dal fallimento di Lehman Brothers. Tutti concordi gli analisti che vedono una situazione economica di "espansione" ed auspicano che nella banche centrali prevalgano le ragioni delle "colombe nelle decisioni sul rialzo dei tassi". Già nei giorni scorsi la Borsa di Milano dava segnali di una netta ripresa. La svolta è arrivata dopo le notizie del calo dell'inflazione in Europa, con l'indice Ftse Mib che ha superato la soglia dei 28.000 punti (28.250). Un risultato che non si vedeva da diverso tempo considerato che negli ultimi anni, prima con la pandemia e poi con la guerra in Ucraina, le Borse si sono ritrovate a fare i conti con decise correnti di vendita. Il mercato sta beneficiando di una "serie di dati macroeconomici favorevoli, come ad esempio il calo dell'inflazione in Europa", spiega Vincenzo Longo, premium manager in Ig. E questo determina una "maggiore fiducia negli operatori - aggiunge - sul fatto che l'inflazione si può combattere senza sconvolgere la crescita dell'economia.
Terzo elemento è quello relativo ai segnali più accomodanti dalla Cina, in particolare per quanto riguarda gli stimoli alla crescita considerato che ha affrontato con fatica la fase post-covid". In questo contesto positivo per i mercati, le banche centrali restano le sorvegliate speciali. Una serie di dati macroeconomici giunti questa settimana ed altri in arrivo la prossima, spingono gli investitori a credere che i banchieri centrali avranno un atteggiamento più cauto sulla politica monetaria. In undici mesi "abbiamo subito già otto rialzi del costo del denaro e quello di luglio sarà purtroppo il nono. Così aumentano le difficoltà per le famiglie e le imprese", tuona il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Ed è in questo contesto che i rendimenti dei titoli di Stato hanno registrato una lieve flessione.
Lo spread tra Btp e Bund tedesco ha chiuso stabile a 167 punti, con il tasso del decennale italiano in calo di 2 punti base al 4,06%. Calano anche i rendimenti del titoli a dieci anni della Germania (2,38%), della Spagna (3,37%) e della Grecia (3,62%). Quello che si appena concluso rappresenta un semestre di significati risultati per i mercati azionari globali, con lo Stoxx 50, l'indice che raggruppa le principali società quotate dell'eurozona, che guadagna il 16%. La Borsa di Milano indossa la maglia rosa dei listini europei, con una performance che ha registrato una crescita del 19,02% dall'inizio dell'anno. Nel Vecchio continente in seconda posizione si attesta Madrid che guadagna nel primo semestre il 16,57%. Seguono Francoforte (15,98%), Parigi (+14,31%) e Londra con un marginale +1,1%.
Una situazione che vede in Europa alcuni indici "con delle importanti performance e con l'America che si appresta a corrente verso i massimi che non vedeva da oltre un anno", conclude Longo. Fuori dai confini europei i risultati del primo semestre sono ancora più marci. Il Nasdaq si appresa ad archiviare i primi sei mesi dell'anno con una crescita di oltre il 30%. Buona anche la performance dello S&P 500 che sale oltre il 15%, ai massimi da quattro anni. In Asia si mette in mostra Tokyo che ha guadagnato il 27,2% mentre arranca la crescita cinese con Hong Kong che, nei primi sei mesi, cede il 4,3%, Shanghai e Shenzhen che guadagnano intorno al 3,7 per cento. La situazione dei listini asiatici "è influenza molto dalla Cina che ha avuto qualche difficolta nella ripresa economica post-pandemia", spiegano gli analisti.
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