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Black Parthenope, è un caso l'horror napoletano

Black Parthenope, è un caso l'horror napoletano

Nella top ten incassi film girato nella città sotterranea

ROMA, 10 giugno 2022, 19:22

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nessuna promozione eclatante, marketing minimo, tanto passaparola: è così che Black Parthenope è diventato, nell'asfittico panorama attuale del cinema, un piccolo caso da top ten degli incassi. Il film, una produzione indipendente italiana, è stabilmente da domenica in classifica. Horror girato quasi interamente nella Napoli Sotterranea, con 3.000 anni di storia , la più estesa al mondo, e location incredibili, sta registrando una accoglienza insperata non solo a Napoli ma in tutta Italia. Diretto da Alessandro Giglio, è un'opera prima con un impatto estetico condizionato proprio dai luoghi delle riprese. Film indipendente al 100% dalla produzione , alla distribuzione , all' esercizio è stato prodotto e distribuito dalla Volcano Pictures di Nicola Grispello. Protagonisti Jenna Thiam , Giovanni Esposito, Nicola Nocella, Marta Gastini, Gianluca di Gennaro, Maziar Firouzi.
Nel film, Cécile Bonnet è l'ereditiera di una famiglia di imprenditori francesi. La giovane deve aprire i cantieri per la costruzione di una serie di mega-parcheggi nelle cave di tufo di Antonio, discendente di una facoltosa famiglia napoletana. Ad aiutare Cécile, il progettista Yanis, Greta, rampante assistente del padre, Gianni Di Marino, il responsabile tecnico. Scesi nelle viscere della città, si confronteranno con Gennaro, che conoscendo ogni meandro ed ogni segreto della Napoli sotterranea, mette sull'avviso i "profanatori". Tra morti violente, antiche vestigia, culti e superstizioni come quelle del Monaciello già rilanciata da E' stata la mano di Dio di Sorrentino, Cécile compirà un viaggio per salvare la propria vita e trovare una via d'uscita da quel luogo surreale.
Dice Alessandro Giglio: "Nello stile horror ho utilizzato I luoghi per creare ombre, che inseguono e risvegliano paure e demoni nei personaggi, i quali si ritrovano a scappare anche da loro stessi. L'impatto estetico del film è estremamente condizionato dalla location, che con i suoi spazi angusti, seguiti da improvvise aperture, crea forti contrasti. Questo film è stato uno sforzo incredibile per gli attori e la troupe: si sono sottoposti a fatiche estenuanti, in luoghi dove mancava anche l'aria. Penso che il ricordo di tutte queste persone, che mi hanno aiutato così tanto a realizzare il mio primo film, mi accompagnerà per tutta la vita". Altra curiosità riguarda l'interesse di Black Parthenope all'estero. Dice il produttore Grispello: "E' un film di genere, che incontra un proprio pubblico; è un film girato davvero nel sottosuolo, senza finzioni scenografiche o artifici visivi; è un film che ha avuto a disposizione una serie di location mai utilizzate prima, di cui alcune anche mai viste; è recitato in inglese e sta affrontando il mercato internazionale. L'intento è fornire, attraverso la chiave dell'intrattenimento, una visione originale, ma allo stesso tempo completa, della Napoli Sotterranea che ancora oggi incanta migliaia di visitatori della città. Lo spunto della narrazione nasce dal desiderio di riscoprire la grande memoria popolare di quell'area geografica, grazie alle leggende che sono sorte in quel contesto. Prima fra tutte la mitica storia del Monaciello". Tra i luoghi interessati dalle riprese: la città greca, il teatro romano di Nerone, l'acquedotto millenario, con le gigantesche cisterne e i pozzi, le necropoli paleolitiche e greche, le testimonianze angioine e spagnole, i tunnel militari borbonici, il fiume sotterraneo, le cave di tufo, i rifugi della seconda guerra mondiale.

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