Una pianta rettangolare, probabilmente divisa in due ambienti, uno zoccolo di blocchi di tufo, con un ingresso forse preceduto da un portico che si apre su uno dei lati lunghi; infine muri di legno rivestiti con intonaco di argilla sormontati da un tetto di tegole. Doveva essere questo l'aspetto reale dell'incredibile, recentissimo regalo che il sottosuolo di Roma ha donato all'umanità: i resti di una dimora arcaica risalente all'inizio del VI secolo a.C.
sono stati rinvenuti sul colle del Quirinale all'interno di Palazzo Canevari, l'ex Istituto Geologico, tra via Veneto e la stazione Termini. La scoperta, che risale a questa estate durante gli scavi di archeologia preventiva condotti dalla Soprintendenza nello storico edificio, ha dell'eccezionale tanto da essere ritenuta una delle più importanti degli ultimi anni proprio perché ridisegna la mappa di Roma tra il VI è il V secolo a.C.: innanzitutto per il buono stato di conservazione della struttura, e poi perché fino a questo momento si riteneva che la zona di ritrovamento fosse in epoca arcaica adibita a necropoli, e non un'area abitativa. Già dal 2003 Palazzo Canevari (oggi di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti che, acquistando l'immobile, si è fatta carico anche degli scavi) era stato oggetto di sondaggi per stabilire la presenza di reperti antichi; poi, dopo un periodo di scavi condotti in modo estensivo, nel 2013 fu portato alla luce un enorme tempio databile all'inizio del V secolo. Questa estate infine l'ennesima, rivoluzionaria scoperta con il rinvenimento di questa residenza coeva al circuito delle mura serviane. "Questo edificio è sostanzialmente assente nelle Roma arcaica: ve ne sono tracce solo nella zona del Foro''.
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