Circa 2.500 istanze di ingresso di
cittadini extracomunitari basate su dati inesistenti o
falsificati sono emerse nell'inchiesta della procura di Salerno
sulle irregolarità nell'uso del 'click day'. Agli atti
dell'indagine anche il 'tariffario' utilizzato
dall'organizzazione: ogni immigrato avrebbe corrisposto mille
euro per ciascuna istanza inoltrata; si pagavano poi 2mila euro
per ogni nulla osta e visto rilasciato, ed, infine,
eventualmente per ogni fittizio contratto di lavoro firmato
ulteriori 2mila euro.
Un sistema articolato che comprendeva imprenditori,
professionisti, e malavitosi, alcuni dei quali vicini alla
camorra. Le indagini, coordinate dalla Dda di Salerno, sono
state svolte dalla compagnia di Battipaglia della Guardia di
Finanza. Ai 47 indagati sono state notificate misure cautelari
(13 in carcere, 24 ai domiciliari, 10 interdizioni per un anno
da attività imprenditoriali e professionali) con le accuse, a
vario titolo, di immigrazione clandestina, riciclaggio,
autoriciclaggio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni
inesistenti. Sono stati sequestrati beni per 6 milioni di euro,
provento dell'attività illecita; nel corso delle perquisizioni
sono stati trovati nella disponibilità degli indagati circa
300mila euro in contanti nonché un libro mastro delle operazioni
fittizie.
Contemporaneamente gli investigatori del Comando Carabinieri
per la Tutela del Lavoro - Reparto Operativo di Roma e Gruppo di
Napoli - e del Gruppo Guardia di Finanza di Salerno hanno
eseguito un fermo nei confronti di ulteriori 7 indagati sempre
per violazioni inerenti l'immigrazione clandestina, emerse dalla
prima inchiesta. Il sistema illecito prevedeva la costituzione
di società ad hoc oppure l'uso fraudolento della identità
digitale di imprenditori ignari, da parte di una rete composta
da imprenditori, addetti ai patronati e liberi professionisti
che curava a pagamento l'iter della pratica attestando finte
offerte di lavoro agli immigrati. Infine un gruppo di
malavitosi, alcuni già condannati per l'appartenenza al clan
camorristico dei Cesarano, riciclava gli ingenti proventi
dell'attività illecita.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA