"La tendenza a regolamentare la
maternità surrogata mira a mitigarne gli effetti più negativi,
ma apre la strada a una sostanziale accettazione di questa
pratica perché non affronta tutte le implicazioni etiche e le
nuove forme di sfruttamento create dal nuovo mercato dei corpi".
Lo ha affermato oggi a Ginevra la ministra per la Famiglia, la
Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, intervenuta al
dibattito "A che prezzo? Verso l'abolizione della maternità
surrogata: Prevenire lo sfruttamento e la mercificazione di
donne e bambini", organizzato a margine del Consiglio dei
Diritti Umani delle Nazioni Unite, riunito in sessione a
Ginevra.
Nel suo intervento, la ministra ha sottolineato come esista
"un vasto movimento internazionale, composto da persone e gruppi
di diversa estrazione culturale e ideologica, che vorrebbe
vietare la maternità surrogata in tutto il mondo". Per Roccella
siamo di fronte a un "trasferimento di un neonato", regolato
contrattualmente. "Sono impressionata - ha aggiunto - dalla
disparità di trattamento giuridico e di giudizio etico riguardo
allo stesso evento: il trasferimento di un neonato dietro
compenso. Se il contratto viene firmato dopo la nascita, viene
considerato una vendita, cosa che in tutto il mondo viene
stigmatizzata e considerata un reato. Se l'accordo avviene prima
del concepimento si parla invece di 'maternità surrogata',
pratica del tutto legale in molti Paesi".
L'evento "A che prezzo? Verso l'abolizione della maternità
surrogata" è stato co-organizzato dalla Missione permanente
della Santa Sede e dalla Fondazione Caritas in Veritate. Per gli
organizzatori la maternità surrogata "viola innanzitutto la
dignità inalienabile del bambino: il bambino è ridotto a una
merce in vendita o a un oggetto di contratto". In secondo luogo,
sfrutta le donne mercificando i loro corpi e violando i loro
diritti umani. I diversi quadri giuridici nazionali hanno
portato a un drammatico aumento della maternità surrogata
transnazionale. Una risposta nazionale non è sufficiente. I
divieti a livello nazionale semplicemente esportano la questione
della maternità surrogata in diversi paesi e fanno emergere il
rischio di uno sfruttamento transnazionale di donne e bambini.
"C'è un urgente bisogno di una risposta internazionale alle
violazioni dei diritti umani generate dalla mercificazione delle
donne e bambini attraverso la pratica della maternità
surrogata", affermano.
Oltre alla ministra Roccella sono intervenuti al dibattito,
svoltosi al Palais des Nations, Gabriella Gambino,
sottosegretario del Dicastero della Santa Sede per i laici, la
famiglia e la vita, Olivia Maurel, nata tramite maternità
surrogata, impegnata per l'abolizione della maternità surrogata,
Eva Maria Bachinger, giornalista austriaca e scrittrice che ha
co-fondato l'iniziativa "Stop Surrogacy" a Vienna nel 2015 de
Bettina Roska, Adf International, in servizio come funzionario
legale delle Nazioni Unite a Ginevra.
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