I corpi di undici migranti sono stati avvistati al largo della Libia dall'aereo Seabird, di Seawatch, e sono stati poi recuperati dalla nave Geo Barents, di Medici senza frontiere, che si trovava in zona dopo aver soccorso due imbarcazioni. Alla Geo Barents è stato assegnato il porto di Genova, a più di 600 miglia nautiche dal luogo dell'intervento, dove ora si sta dirigendo con a bordo 165 persone e gli undici cadaveri.
Polemiche sullo sbarco dei corpi - Gli undici corpi verranno sbarcati a Lampedusa: ad autorizzare lo sbarco delle salme è stato il ministero dell'Interno. Verrà impegnata, fra qualche ora, una motovedetta della guardia costiera di Lampedusa per il trasbordo: la nave infatti è troppo grande per riuscire ad ormeggiare al porto della maggiore isola delle Pelagie. Dopo il trasbordo dei cadaveri, la Geo Barents, proseguirà per il porto sicuro assegnato di Genova.
La circostanza dello sbarco dei corpi ha provocato la reazione della guardia costiera isolana e della procura di Agrigento, che hanno evidenziato 'criticità', legate alla inadeguatezza delle strutture di Lampedusa ad accogliere i corpi, e la protesta del sindaco.
La Capitaneria di Lampedusa ha rappresentato all'Italian maritime rescue coordination center di Roma le "criticità" legate alla gestione di così tanti cadaveri su Lampedusa. Nella piccola camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana c'è già il feretro della neonata di 5 mesi, figlia di guineani, che è stata trovata morta quando la nave Humanity1 della ong tedesca Sos Humanity ha soccorso il barchino. Il cadavere era stato sbarcato a Lampedusa il 29 maggio scorso assieme alla mamma della piccola, una diciannovenne, e alla sorellina di 2 anni.
Anche il procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo evidenzia in una nota "le plurime criticità di ordine normativo, umanitario e costituzionale sul soccorso in mare" in relazione all'ennesima tragedia dell'immigrazione che ha portato alla decisione amministrativa di trasferire a Lampedusa le 11 salme di migranti recuperate in mare.
"Alla nave Ong - osserva Di Leo - è stato dato, secondo quanto comunicato dalla Polizia Giudiziaria, come porto di sbarco quello di Genova. Alla Procura di Agrigento, per i fatti commessi in acque internazionali finirebbe in questo modo per essere attribuita la giurisdizione sul caso, in relazione alla destinazione delle salme recuperate in mare aperto, che in quanto vittime del reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina, realizzerebbero i presupposti per affermare giurisdizione e competenza sul caso".
Il procuratore evidenzia tuttavia che "ogni accertamento sul caso medesimo tuttavia, dovrebbe attendere l'arrivo nel porto di Genova di tutte le persone informate (equipaggio, persone salvate ecc..), ed essere svolto ovviamente con delega a quella Autorità giudiziaria o alle forze di polizia. Allo stesso modo, la Procura di Genova, qualora volesse ritenere la propria competenza sul caso, dovrebbe svolgere gli accertamenti urgenti sulle salme sbarcate a Lampedusa, avviandoli dopo diversi giorni dal loro trasferimento a terra, e verosimile tumulazione". Di Leo sottolinea inoltre che "l'isola di Lampedusa non è attrezzata per la conservazione di un così alto numero di cadaveri. Anche in questo caso, pertanto, non si comprende la scelta operata di farli sbarcare a Lampedusa anziché, ad esempio a Porto Empedocle, dove l'attracco della nave eviterebbe un trasbordo in mare".
"Non capisco con quale logica sia stato deciso di far sbarcare le salme a Lampedusa, quando sono note a tutto il mondo le condizioni della nostra camera mortuaria e più in generale le condizioni logistiche del mio territorio. Spero che le autorità preposte si ravvedano su questa decisione", ha dichiarato il primo cittadino di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino che si dice "stanco e amareggiato dal ricevere continuamente morti. Così come sono stanco di dover ricordare a ogni occasione che noi siamo isola e abbiamo i problemi di una terra di frontiera - ha spiegato - Problemi che non riguardano solo le salme, ma più in generale il funzionamento di tutta la macchina amministrativa che ho rappresentato in molteplici occasioni istituzionali. Questi morti, proprio oggi, giorno in cui c'è la chiamata alle urne per le elezioni, sembrano - conclude - aver voluto dare uno schiaffo a un'Europa che da troppo tempo fa finta di non vedere e non capire che il problema non è più rinviabile".
Nonostante tutto, però, i cadaveri dovrebbero essere sbarcati sul molo Favaloro dell'isola. Una volta sbarcate a Lampedusa le salme dovrebbero essere trasferite tra stasera e al massimo domattina, con il traghetto di linea, a Porto Empedocle. Il prefetto Filippo Romano, in queste ore, ha interpellato i sindaci dell'Agrigentino per reperire i posti necessari per le sepolture. Se gli spazi nei cimiteri dell'agrigentino non dovessero bastare si stanno interpellando anche i sindaci di Trapani, Caltanissetta ed Enna.
Il racconto dell'intervento - Come ha spiegato sui social Seawatch, "oggi il nostro aereo Seabird ha avvistato undici corpi senza vita al largo della Libia, non sappiamo se siano tutti parte dello stesso naufragio fantasma. Questo è ciò che accade nel Mediterraneo, anche quando nessuno lo vede".
L'organizzazione racconta poi di aver "provato a contattare una motovedetta libica, in inglese e in arabo via radio, affinché li recuperasse ma senza risposta. Per loro e per l'Ue queste persone non valgono nulla neanche da morte".
Ad intervenire è stato allora la nave Geo Barents che, come ha raccontato Juan Matias Gil, capomissione di Medici senza frontiere, era intevenuta nella notte in coccorso di una barca in vetroresina e di un gommone, la prima con 37 persone a bordo, il secondo con 109. "Ci era stato assegnato il porto di Civiavecchia - spiega Gil - due ore dopo ci mandano una comunicazione del cambiamento del porto a Genova, più di 600 miglia nautiche, mille chilometri, dal posto di soccorso".
"Visto che l'aereo della Sea Watch aveva avvistato dei corpi che galleggiavano non molto lontano dalla nostra ubicazione, la Guardia costiera italiana ci ha permesso di andare a recupere i corpi". Ci sono volute quattro ore per arrivare al punto dove si trovavano, altre quattro o cinque ore per recuperare le salme. "Nel frattempo - scrive Msf sui social - il nostro team ha avvistato dal ponte un'imbarcazione con 20 persone a bordo, che le squadre di Msf sono riuscite a salvare in sicurezza".
Per Medici senza frontiere, si assiste così "ancora una volta al risultato delle devastanti e sanguinose politiche europee in materia di migrazione e di mancata assistenza alle persone che attraversano il Mediterraneo". "Sappiamo che le persone continueranno a percorrere strade pericolose nel disperato tentativo di raggiungere la salvezza, e l'Europa deve trovare percorsi sicuri e legali per loro. Questa catastrofe - conclude Msf - deve finire".
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