Troppi i punti ancora oscuri della vicenda di Mara Favro vista l'ultima volta nella notte tra il 7 e l'8 marzo mentre s'incamminava a piedi verso casa. E anche le versioni contrastanti del suo datore di lavoro. Poco più di sette chilometri: è quanto dista la casa della 51enne di Susa, nel Torinese, scomparsa tre mesi fa, e la pizzeria di Chiomonte, nell'Alta Val di Susa, dove lavorava da otto giorni.
Le indagini dei carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto di Torino Cesare Parodi, proseguono a 360 gradi, dopo che il fratello della donna, Fabrizio, ha presentato una denuncia per omicidio e occultamento di cadavere. Il fascicolo resta al momento senza ipotesi di reato, mentre i militari dell'Arma hanno sentito in queste ore, come persone informate dei fatti, i vicini di casa di Mara e il titolare della pizzeria, l'ultimo ad averla vista e il primo ad aver raccontato quanto sarebbe accaduto alla fine del turno di lavoro di Mara, intorno alle due e mezza di notte.
La donna avrebbe accettato un passaggio da un pizzaiolo del locale, che l'avrebbe lasciata davanti a un pub di Susa. Ma poco prima delle tre di notte Mara sarebbe tornata indietro, grazie a un passaggio di un camionista, perché, a detta del titolare, aveva "dimenticato le chiavi di casa e un pacchetto di sigarette". Poi si sarebbe incamminata sulla Statale 24, nuovamente verso Susa. Stavolta a piedi. "Non potevo accompagnarla io, visto che non posso uscire dopo la mezzanotte", ha spiegato il titolare del locale. Versione però smentita in parte dal pizzaiolo, ai microfoni di 'Pomeriggio cinque': "Non ho accompagnato nessuno. Non ho la patente. Lei mi ha dato uno strappo fino al tornante stradale di Susa, perché era venuta a lavoro in auto. Mi disse che la macchina era guasto", racconta l'uomo.
Una vicina invece ha sostenuto che la donna alle 21.30 del 7 marzo era in casa. Afferma di averla vista nel suo alloggio, mentre ballava da sola. Chi conosceva la donna, madre di una bambina di 9 anni, racconta che Mara voleva lasciare il posto di lavoro, anche se era lì da poco. Questo coinciderebbe con il contenuto di un presunto messaggio che la cameriera avrebbe inviato la mattina dell'8 al datore di lavoro, in cui diceva che non avrebbe più lavorato nel suo locale. Presunto, perché, per ammissione dello stesso uomo, quel messaggio è stato cancellato dalla chat di WhatsApp. Avrebbe risposto direttamente a lei, così: "Mi lasci nella m...".
Anche se sulle indagini resta il massimo riserbo, l'ipotesi del suicidio è quella che convince meno gli inquirenti. Non sono stati ritrovati biglietti o tracce che rafforzino la tesi del suicidio. Gli amici poi dicono che non avrebbe mai lasciato la figlia. E questo vale anche per l'allontanamento volontario.
Resta in piedi quella in cui la 51enne sarebbe rimasta vittima di un incidente mentre camminava nell'oscurità.
Ma soprattutto resta in piedi l'ipotesi che Mara Favro, che spesso faceva autostop lungo la statale, quella notte abbia incontrato la persona sbagliata. Conoscente o meno che fosse.
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